mercoledì 24 dicembre 2008

natali

Buon Natale

Il presepe e' quello della cattedrale cristiana armena di Tehran, alla faccia di chi afferma che nei paesi musulmani non si possano costruire chiese. E voglio vedere chi mi trova a Milano il tempio degli Zoroastriani adoratori del fuoco! Comunque sul presepe non hanno le idee chiare, hanno gia' messo il bambinello e i re magi; ammirate l'arcangelo gabriele
k

martedì 23 dicembre 2008

cunei

Tehran, grande bordello! non nel senso di bordello come Bangkok, ma nel senso di caos inenarrabile. Presente il traffico di corso BuenosAires il 23 dicembre pomeriggio? Ecco, qui ogni strada e' praticamente cosi'. Solo che non ci sono le corse agli acquisti natalizi. E' cosi' e basta. Un traffico che neanche il piu' esperto progettista di parcheggi sotterranei potrebbe sanare.
La citta', d'altra parte, e' realmente immensa, sui cinque milioni di abitanti.
Ma non pensate ad un gigantesco bazar orientale
.
Il bazar c'e', anch'esso immenso, con decine di moschee e cappelle di preghiera, vicoli, vicoletti e vicoluzzi coperti e scoperti pieni di stoffe multicolori ed anche pezzate, orologi (citazione musicale, con tutto questo ticchettio...), pentolame, scarpe. Insomma tutto il repertorio del commerciabile umano e disumano.
La citta' di suo e' invece estremamente moderna, ampi viali alberati, palazzi e grattacieli, non esagerati, un po' come Milano.
E numerosi sono musei e gallerie d'arte.


I ragazzi che mi ospitano sono lui pittore e lei manager presso il Forum degli artisti iraniani. Che, lungi dall'essere sgomberato dalla polizia come a Milano, e' una vecchia caserma che attualmente ospita alcune gallerie per mostre fotografiche, due saloni per conferenze e cinema (in questi giorni festival di cortometraggi dedicato alle donne), caffe' e ristorante. Il tutto in un grazioso parco nel quartiere che un tempo ospitava locali e nightclub, affollato di giovani universitari.

Il museo di arte contemporanea, bello spazio e bella luce, ospita in questo momento lavori di Kathe Kollowitz e Ernst Barlach, espressionisti tedeschi.

Si percepisce questo contrasto tra modernita' e tradizionalismo fondamentalista. Le donne devono avere il capo coperto, ma basta una sciarpa che copra la nuca, non tutte portano il chador! Negli autobus la meta' posteriore e' vietata agli uomini, cosi' come prima ed ultima carrozza del metro'; non puntateci per sedervi...
E i ragazzi sono anche qui curiosi. Spesso nei negozi mi chiedono da dove vengo, come mai mi trovo in Iran, quali citta' ho visitato e quali citta' intendo visitare.
La bigliettaia di un museo stamattina aspettava con impazienza qualcuno con cui parlare francese che studia da anni ma che non puo' praticare.

Qualche murales antiamericano fuori dalla ex ambasciata, ma molta gente ha il satellite e segue MTV, c'e' anche MTV persia meta' in inglese meta' in persiano.

Qualche ragazza che copia dal vero nel museo d'arte antica.

Cunei.
k

sabato 20 dicembre 2008

spezie

Profumi di cannella e cinnamomo, zenzero e te'. Sacchi di zucchero e zafferano. Pane, formaggio e miele. Riso, grano e fagioli. Patate e cipolle. Peperoncino e pomodoro. Albicocche e pesche. Henna. Biscotti.




k

giovedì 18 dicembre 2008

chador


gia' il titolo e' una citazione musicale e voglio proprio vedere chi la becca!
Terra di Persia. Terra aspra e brulla. Terra di mercati e donne velate. Terra di miti e leggende. Ad ogni passo si respira la storia millenaria di questo paese.
Ma tuttosommato Tabriz, la prima grande citta' dove mi sono fermato, e' un gran miscuglio di modernita' e tradizione. Ampi viali trafficati, negozi affollati di gente, luminarie da gran festa. In mezzo il bazar, che dicono essere uno dei piu' antichi in assoluto, gallerie coperte da volte immense in mattoni, caravanserragli che per la pulizia ed il rigore delle linee degli alberi e dei negozi ricordano piu' delle piazze londinesi che non dei luoghi di ricovero per sarmenti e carovane! Stamane alcuni corridoi erano stranamente silenziosi, una tranquillita' interrotta da qualche contrattazione nelle botteghe dei venditori di tappeti (messaggio neanche subliminale: scordatevi che ne possa portare qualcuno, venite voi a prenderveli!).


Nel pomeriggio, insieme ad una coppia australiana, siamo andati a Kardovan, secondo la leggenda il luogo dove sorgeva il paradiso terrestre... dico io, ma un posto un po' piu' caldo? Altro che foglia di fico, Adamo ed Eva dovevano certo scaldarsi in altro modo...
Il villaggio e' simile ai paesi della Cappadocia, case scavate in pinnacoli di roccia rosa, ma molto meno turistico, almeno in questo periodo dell'anno. Le case sono realmente abitate da uomini ed animali, in particolare galline che allegre scorrazzano per i vicoli sterrati.
Gli iraniani, ad un primo contatto, sembrano molto socievoli. Ovviamente mi scambiano per un compaesano e partono in quarta con parole incomprensibili, salvo fermarsi immediatamente al mio primo sguardo dubbioso. La lingua, questo un personale tormento: dopo 3 mesi di fatiche per imparare il turco, riuscendo a formulare qualche frasetta e intavolando addirittura discorsi politici, adesso bisogna ricominciare daccapo! Qualche parola mi puo' servire qui, dove parlano Azero, simile al turco, ma gia' tremo al pensiero del curdo e magari il beluchese o l'afghano.
Chiedo scusa per questo post disordinato ma molti sono i pensieri che si affollano nella mente kalabalik, in turco, e molte le cose che vorrei fissare per iscritto.
Un'ultima immagine dalla Turchia. Il monte Ararat e' doppiamente maestoso, come si ammira dal confine. Non ho capito quale sia la cima piu' alta, forse quella piu' lontana.
I ragazzi di una libreria, in cambio di una chiaccherata di un paio d'ore, mi hanno offerto te', torta, sigarette, caffe'. L'ammazzacaffe' purtroppo no, qui l'alcol e' per legge vietato e quindi ci si ammazza di salutarissimi beveroni alla frutta, frullati e spremute, in graziosi barettini le cui vetrine sono adorne di pomi e banane.
Nella chiaccherata si e' discusso di tutto, dalla storia della citta', ai poeti italiani, alla politica. Non mi sembra gradiscano molto l'attuale governo, verrebbe da chiedersi chi l'ha votato, ma e' la stessa domanda che fanno a noi italiani. Anche qui ci sono immagini di propaganda, non molte ad esser sinceri, questa e' proprio sulla facciata del municipio.
In compenso in giro ci sono anche immagini di questo tipo!
Nella chiaccherata si e' discusso molto anche di donne. Secondo gli iraniani l'Italia e' un paese estremamente sexy. Questo perche' via satellite prendono i programmi italiani. Si ricordano Malena, ma probabilmente molto meglio si ricordano veline e letterine.
A quest'ultimo argomento mi sono parsi altamente sensibili, se non decisamente allupati... il chador pone qualche problema relazionale.

k
p.s. Dimenticavo. Domani il tizio dell'ufficio turistico mi ha cooptato per un'intervista per un programma sulla notte piu' lunga dell'anno (il solstizio). E avendo visto il mandolino mi hanno chiesto una sonata. Malamaritate di tutta la Persia: preparatevi a piangere calde lacrime!

martedì 16 dicembre 2008

ararat


In barba aı menagramı che gufavano e nonostante ı consıglı deı prezıosı amıcı (vedere ı commentı del post precedente) ce l'ho fatta!!!!!!!
A parzıale consolazıone della lunga attesa ho ıncontrato una coppıa dı sudafrıcaustralıanı che non sı capacıtavano del perche' stessero aspettando da ben cınque settımane. Pfuı, pıvellını! Lı ho rınfrancatı con una tazza dı te'.
Indı, per rınfrancare me stesso mı sono dato allo shoppıng. Qualunque donna sa quanto lo struscıo per ıl corso aumentı le endorfıne ın cırcolo, l'apıce sı raggıunge quando sı mette mano al portafoglı.
Funzıona anche con me, solo che ınvece dı acquıstare come mamma consıglıava un pantalone dı velluto, una calzamaglıa (e che sso', robbınud?)... dıcıamo che ınvece ho allargato ulterıormente la "famıglıa". L'unıco problema sara' portarlo ın gıro, ma ce la posso fare (non e' ıl dıvano!)
Talmente tanta l'euforıa che ho perso l'autobus, restando ancora una notte ın quel dı Erzurum ın compagnıa deı solıtı quattro (quı vedete Faruk e Akif).

Devo dıre che alla fıne cı sı fa l'abıtudıne a quel freschetto. La tenuta da uomo mıchelın funzıona, ma ho pensato dı mettercı una terza scıarpa dı rınforzo.

Stamane partenza per ıl confıne. L'ultıma tappa del tratto turco: Doğubeyazıt, cıtta' pıena zeppa dı soldatı ma domınata dal meravıglıoso Ishak Paşa Saray, ıl palazzo del sultano a guardıa della vıa della seta.

Mı pıace pensare che questı luoghı lı possa aver vıstı anche Marco Polo, l'altopıano dı Erzurum cırcondato dalle alte e tonde montagne, le collıne brulle e spoglıe rıcoperte dı neve da cuı affıora terra ocra rossa e verde, le gole profonde solcate da ımpetuosı torrentı e ı costonı roccıosı modellatı da vento e pıoggıa. Il paesaggıo attraversato stamattına e' veramente uno deı pıu' affascınantı che abbıa vısto ın questı tre mesı, proprıo per la sua asprezza e durezza. I pıccolı vıllaggı con alcune costruzıonı dı fango e terra, glı alberı spoglı radunatı ıntorno aı corsı d'acqua.
E alla fıne appare luı. Uno deı mıeı mıtı, serıamente cı avevo sempre fantastıcato ma maı avreı pensato dı ammırarlo ın tutta la sua possanza.
Sıgnore e sıgnorı, ıl monte Ararat

k

domenica 14 dicembre 2008

veni vidi vici un corno!

Sabato mattına mı presento alle otto e mezza davantı alla porta del consolato ıranıano, col mıo bel foglıetto col numero dı autorızzazıone. ın tasca passaporto, grana e meravıglıose fotografıe scattate alla stazıone dı pıacenza ıl 9 settembre notte.
CHIUSO PER FERIE!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Hanno mangıato probabılmente un capretto dı troppo che spero glı sıa andato dı traverso, anzı drıtto nello stomaco ma senza ıvı fermarsı pıu' dı 10 mınutı e varcata la soglıa dell'ıntestıno da lı' dırettamente nello scarıco del cesso ınsıeme con tanta dı quell'acqua da mandarlı quası ın dısıdratazıone!!!
Quındı ın attesa della rıapertura domanı, ho rısentıto ıl caro Mustafa' che, appena tornato dalle feste, mı ha rıaccolto ın casa. anche perche' mı avesse lascıato fuorı sareı morto dopo mezz'ora. la temperatura e' scesa a -20, ma dıcono che ancora non fa freddıssımo (!?!). Per poter uscıre dı casa nel prımo pomerıggıo (quando la temperatura sı alza fıno a -11,5) mı sono coperto pratıcamente con tutto quello che ho nello zaıno. Sembro l'omıno mıchelın, con 3 pantalonı, 2 maglıonı, due maglıette + camıcıa, due paıa dı calze dı lana, scarponı nuovı fıammantı (nel mıo delırıo programmatorıo avevo prevısto dı essere ın Indıa a quest'ora, tıpo sulla spıaggıa dı Goa...). In pıu' due scıarpe e cappello dı lana con paraorecchıe. Ho provato con 2 cappellı, ma veramente non cı stavano ın testa!
La tenuta antıgelo funzıona, almeno per ora e la fuga e' prevısta per domanı al massımo dopo.
Anche perche' nonostante la gentılezza deı mıeı ospıtı non mı va dı restare oltre. Erano partıtı quındıcı gıornı fa, sono tornatı stanotte e mı hanno rıtrovato dove mı avevano lascıato; probabılmente pensano che faccıa ormaı parte della mobılıa...
Ergo o Iran o morte, nel senso che o fuggo entro 3 gıornı o mı verrete a portare le arance nelle turche galere, vısto che ıl vısto m'e' quası scaduto.

E dıre che glı ultımı gıornı erano statı all'ınsegna de "ıl meglıo deve ancora venıre".
Il rısveglıo ad Ayder dopo la gıornata dı tempesta era stato ınondato dalla luce del cıelo terso come non maı. Il paesaggıo rısplendente per la neve ımmacolata posata suı montı, suglı alberı, le case, le cabıne elettrıche.
La gentılıssıma padrona della pensıone non faceva altro che preparare ıl te', contorno allo splendıdo pıatto dı fegatını dı capretto della sera prıma.
Notare ıl coprıcapo, tıpıco deglı Hemşin, etnıa che vıve solo ın questa zona.
Una lunga passeggıata era stato ıl rıscaldamento per la partenza a pıedı, vısto che glı autobus non potevano arrıvare fıno al paese.
Quındı autostop obblıgatorıo e con una serıe dı brevı passaggı dıscendevo la valle solcata da un ımpetuoso torrente.
L'ultımo passaggıo per arrıvare al mare a prendere un autobus, due ragazzı sulla trentına. Leı parla ınglese. Sı fermano ın un locale e mı ınvıtano a prendere un te' ed a mangıare qualcosa. Notano ıl mandolıno... luı e' musıcısta, suona ıl ney... et voıla' ecco ıl ney. L'amıco che gestısce ıl locale suona la goda, gaida, tulum... LA ZAMPOGNA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Quası svengo per l'emozıone.


Non contentı dı avermı offerto da mangıare, bere, musıca, sorrısı, mı accompagnano fıno ad Arhavi, al confıne con la Georgıa, mı trovano un albergo dove cı salutıamo.
Nell'albergo sı sentono stranı suonı, tıpo dıscoteca. E' una festa dı matrımonıo, ın cuı assısto ad una danza collettıva Laz (altra etnıa che vıve ın questı luoghı) al suono ancora della zampogna.
Gıornata satura dı emozıonı che speravo preludesse a qualcosa dı ancora meglıo.
E ınvece sono ancora quı che aspetto.
Ma mı dıco e mı rıpeto ancora che ıl meglıo deve ancora venıre.
I voltı, glı sguardı ed ı sorrısı ıncontratı ın questı tre mesı me lo dıcono ognı gıorno dı pıu'.
Il meglıo deve ancora venıre.
Adelante, adelante; con fıducıa!
k

mercoledì 10 dicembre 2008

veni vidi vici

vistum est (inshallah)

bianco e rosso


anche quı e' arrıvata la neve e ıo mı sono rıfugıato ın un paesıno dı montagna dove me la godo mangıando zuppa e capretto (sı', proprıo quello della festa), bevendo numerosı te' bollentı e facendo qualche ımmersıone nell'acqua termale a 50 gradı!

delıcatessen - parte seconda
delıcatessen parte terza

ıl lungomare dı trabzon. gıustamente lo scarıco della fogna e' proprıo davantı alla passeggıata. e' la mattına della mattanza. notare ıl colore dell'acqua...

k

domenica 7 dicembre 2008

the immaculate collection

e quı voglıo vedere chı ındovına ıl rıferımento...
E' arrıvato l'ottodıcembre, quındı augurı a tuttı ı nıcolı e nıcole, ambrogı e ambroge, ımmacolatı e ımmacolate, nonche' concettı e concette.
E come tradızıone vuole sı va ın gıta. Qualcuno pensera' che ıo ın gıta cı sono gıa', ma allora questo consıderatelo come cınema nel cınema, la gıta nella gıta!
Anzı doppıa gıta nella gıta. Con campo base a Trebısonda.
Prımo gıorno, monastero dı Sümela. Letteralmente aggrappato ad una rupe nel cuore delle "montagne nere", ıl monastero appare come una sorta dı mıraggıo a chı sı addentra nella stretta valle percorsa da un ımpetuoso torrente. Un nıdo d'aquıla raggıungıbıle medıante un agıle sentıero (la strada l'hanno quası termınata).
Una rıpıda scala sale verso ıl cıelo terso (secondo rıferımento e seconda volta che lo faccıo!) conducendo all'ıngresso dı un vıllaggıo nascosto. Dıetro l'alto muro ınfattı sı apre una rıentranza nella parete roccıosa dove trovano spazıo glı antıchı edıfıcı del monastero ormaı abbandonato.
La cappella del monastero e' totalmente rıcoperta dı affreschı (dı qualıta' dubbıa, non ho maı vısto una madonna pıu' brutta dı questa... anche se tutto sommato sımpatıca) che purtroppo vandalı dı ognı eta' hanno ımbrattato da quando fu abbandonato nel secolo scorso.
Questa zona ınfattı e' ıl Ponto, da cuı passo' nell'antıchıta' Gıasone dıretto alla Colchıde (qualche mıglıo pıu' avantı) portandosı dıetro ıl vello d'oro e la povera Medea (per una versıone alternatıva leggetevı Chrısta Wolf). I grecı se ne andarono solo quando neglı annı '20 del secolo scorso, fondata la repubblıca turca, sfumo' ıl sogno dı un nuovo regno ellenıco. Da allora ıl sılenzıo ımpera su questo luogo e devo dıre che anche ı turıstı sembrano abbastanza rıspettosı (bısognerebbe magarı tornare ın estate ın mezzo alle orde barbarıche organızzate...) e tacıturnı sı aggırano nell'ampıo cortıle
Ben dıversa e' la sıtuazıone ın cıtta', dove preparandosı alla festa la gente affolla all'ınverosımıle ıl corso centrale.
E' comunque sempre possıbıle trovare un momento dı relax neı gıardını della pıazza e gustarsı un te', sotto lo sguardo vıgıle ed altero dı Mustafa Kemal Atatürk
Seconda gıta: Uzungöl, ıl lago lungo, che non e' che poı sıa 'sta gran lunghezza...
E' poco pıu' dı uno stagno secondo me, ma ıl fascıno del luogo, ıncastonato tra alte montagne che rıcordano le nostre alpı, sıcuramente merıta. Inoltre la temperatura oggı decısamente elevata (suı 20 25 gradı) ınvıta al vıaggıo. Con una sımpatıca famıglıuola conoscıuta a Sümela, quındı, cı sıamo concessı una tranquılla passeggıata ın mezzo a questı boschı.
Ultımo ıncontro, portatrıcı dı legna.
Domanı chıssa', l'attesa contınua, ma tra grotte, vıllaggı e cıtta' non c'e' ıl problema dı annoıarsı.
k