sabato 30 maggio 2009

profondo nord


Non sto parlando di movimenti pseudoindipendentisti nostrani. Sono arrivato invece nel profondo nord australe. La foresta pluviale che occupa gran parte del territorio. In particolare a nord di quello che e' il capoluogo della regione: Cairns.
Come tutte le citta' della costa orientale, Cairns trabocca di backpackers in cerca di un lavoro temporaneo, per raccogliere i soldi e le energie per poter proseguire il viaggio.
Oddio, le energie non so come facciano a recuperarle visto che anche qui come altrove scorrono fiumi di birra e onde sonore fino a tarda notte. Incredibilmente numerose sono le offerte per risparmiare qua e la': ostello da 15$ a notte inclusa colazione e cena. No comment sulla qualita' dei pasti, ma il luogo e' pulito e la gente simpatica. Ovviamente il mandolino ha avuto un successo enorme, nonostante la limitatezza del repertorio comune tra italiani (2), catalani (1), inglesi (tanti), tedeschi (assai), francesi (troppi) ed olandesi (idem).
Si sente maggiormente la presenza aborigena. Ma solo perche' li si vede in giro.

Non si capisce bene, mi danno un'atroce idea di disadattamento, piegati spesso dall'alcol, in gruppi isolati dal resto. La sensazione e' che siano estranei a casa loro. Separati da una societa' importata dall'estero e a cui non possono o non vogliono aderire.

La regione e' il trionfo della possanza della natura. In ogni luogo e' esuberante e maestosa.
Che si tratti di flora

o di fauna.

Questi ovviamente non sono reali, ma sono un poco il simbolo di cio' che si puo' incontrare nella foresta o immergendosi nelle acque della barriera corallina.
Mi sono convertito alle macchinette subacquee, ma devo ancora sviluppare il rullino con la speranza che sia rimasto anche solo un centesimo di quello che ha impressionato la mia memoria. Giorni di digiuno e di silenzio (citazione musicale) per concedermi un'immersione come si deve.
Alla Great Barrier Reef, la grande barriera corallina.
Ancora una volta Nettuno si e' dimostrato parco non esponendo gioielli come tartarughe, squali e mante. Ma la generosita' nel formare montagne di corallo con vere e proprie vallate, pinnacoli e grotte! La varieta' di forme e colori e' spaventosa, sono realmente contento di aver aperto le porte di questo nuovo mondo, che in futuro mi potra' portare nuove meraviglie.

A Cape Tribulation avviene il miracolo: la barriera corallina incontra la foresta pluviale, primordiale, primitiva.

Detto sinceramente: uno dei piu' bei paesaggi che abbia mai visto. La spiaggia immacolata su cui si infrangono le onde del mare blu blu blu termina contro un muro di vegetazione verde profondo. Il tutto incorniciato da un cielo azzurro solcato da nuvole che si addensano velocemente minacciando pioggia.

Credo che il capitano Cook dando il nome al luogo abbia voluto indicare piu' che le tribolazioni affrontate nella navigazione il tumulto che provoca nel profondo dell'anima.
Oggi si accede attraverso un traghetto che ricorda la barca di Caronte. Nel senso che porta all'unica strada che si inoltra in questo mare verde.

Il paragone immediato e' con il Taman Negara, la foresta malese. Similitudini e differenze.
Prima di tutto nell'allestimento delle strutture turistiche. Qui gli ostelli sono ancora resort per backpackers, attrezzati con pub, cucine, lavanderie. In Malesia il tutto era molto piu' spartano. Anche molto piu' sincero e la gente sempre cordiale.
Qui va bene hey mate, ma quando ho protestato per il cambiamento del prezzo di birra e patatine da un giorno all'altro, il manager del locale mi ha insultato ed allontanato dal bar. Peccato che la mia stanza fosse esattamente di fronte e quindi non potessi fare a meno di passarci. Ho sempre mantenuto la calma lasciando che fosse lui ad incazzarsi.

Ammirato un australiano mi ha regalato una gita notturna fino ad un creek popolato di coccodrilli: che pero' se ne sono stati ben nascosti, o forse solo in attesa di una buona occasione...
Al di la' dell'aspetto folkloristico di certi eventi, la foresta qui e' come l'altra impressionante. Tre sono gli elementi che mi hanno in particolare colpito.

La verticalitá: un numero incredibile di steli che salgono cercando di forare la chioma che li sovrasta o piuttosto liane e radici aeree che tentano di aggrapparsi disperatamente al suolo in cerca di nutrimento dalla terra e dal fango. Misticamente parlando una sorta di collegamento tra terra e cielo.

Il groviglio di vita. Agli alberi maestosi si abbarbicano viti senza fine, sulle quali spuntano nuovi germogli che accolgono muffe o forniscono nidi di foglie per serpi e serpentelli (oddio, si parla di pitoni e boa constrictor...), formiche, scarabei.

Ogni punto puo' essere il letto da cui nascera' una nuova creatura.
Terzo, la quasi totale assenza di uccelli. In Malesia era una festa di cinguettii, scricchi, schiocchi, fischi, trilli. Qui silenzio quasi assoluto ed impressionante. Non ne ho ancora compreso bene il motivo, ma ci dev'essere.
Certo che se tutti gli uccelli fossero come questo... Signore e signori, una rara apparizione: il Casuario.

Ehm... non se ne capiscono bene le proporzioni, ma e' una specie di struzzo di circa un metro e ottanta...
Ulteriore differenza: in Malesia i sentieri erano piuttosto battuti, anche i piu' difficili. Qui si rispecchia la presenza di due tipi di turista: lo pseudo-vip o comunque la famigliola, che quindi utilizza un boardwalk, una serie di passerelle belle linde e pinte per non sporcarsi i piedi e quindi godere in maniera semplice e tranquilla della foresta.

Qui in compagnia di Pierre e Pauline, francesi cui mi sono aggregato ieri per alcune camminate.
Dall'altra parte i maestri dell'avventura (uno mi ha proposto per la settimana prossima una due giorni di strisciate nel fango, esplorazione selvaggia, pernottamento in grotte popolate da pipistrelli) o anche semplicemente chi vuole fare un sentiero serio. Piccoli nastrini segnalano la via (non sia mai che si imbratti un albero con della vernice!), anche se ogni tanto ci si perde. Il sentiero e' minuscolo, a volte invisibile. Non tanto fango come in Malesia, anche meno sanguisughe (l'unica che ho trovato stava tentando di infiltrarsi in luoghi dove non batte il sole...). Ma comunque, insomma, non puoi mica venire cosí! Risposta: guarda che io sono brasiliana! (brasilitaliana a dire la verita')

Vi assicuro che Marina non e' mai scivolata una volta ed in 4 ore e mezza (inclusa sosta pranzo a panini) abbiamo fatto un sentiero da 6!
Pauline ha detto che trovava la foresta alquanto oppressiva. A ragione, la sensazione e' esattamente quella di essere piccoli davanti a questa meraviglia di vita. Questo vero e proprio mistero, ci si trova all'interno di un organismo vivente, che respira, trasuda (ah, no, quella e' umidita'...) si trasforma incessantemente; come ha detto Pierre, vita infinita.

Ma e' tempo di muovere verso nuovi lidi; ancora pochi giorni di riposo in terra australe e poi... lascio a voi immaginare la prossima destinazione.
k

sabato 23 maggio 2009

attrazione


Il Queensland e' soprannominato the Sunshine State, lo stato dove splende il sole. Ed e' assolutamente incredibile come il cielo sia terso, il mare blu profondo, la vegetazione verde intenso. La pienezza satura dei colori e' cio' che colpisce, non che siano tanto vari, in piu' oltre a quelli gia' citati c'e' il rosso della terra.
Ma la vera novita' sono le insolite specie animali che si possono incontrare.

Nella cucina di un ostello, un possum intento a gustarsi un bel pezzo di pane.

Un kookaburra, il cui verso e' a meta' tra una gallina, una scimmia ed una grassa risata.

Una coloratissima farfalla che docile si posa sulle dita.

Un dingo, nome tecnico canis lupus dingo, dal pelo fulvo. Non abbaia. Ulula e basta.

Un silenzioso ospite dei fiumi e laghi locali: sconsigliato il bagno.
Altri animali sono piu' difficili da scovare. Bisogna aguzzare la vista.

Oppure dotarsi di opportuni strumenti subacquei.

Non potevo ovviamente dimenticare l'esperienza malese e cosi' sono tornato alla ricerca della spiaggia perfetta.
Le Whitsunday Islands propongono una serie infinita di calette totalmente deserte in cui le immersioni sono un must categorico. Immersioni in profondita' o anche semplicemente a livello panza. Finalmente l'acqua e' tornata ad una temperatura accettabile (e direi visto che ho superato il tropico!).

Su Hook Island ho trascorso tre giorni semplicemente divini, tra coralli multicolori ed in compagnia internazionale. Lontano pero' dall'atmosfera da backpacker ggiovani (con due g) che impera su tutta la costa. Mi spiego meglio: il backpacker e' il viaggiatore zaino in spalla. In questa zona la sua eta' media e' 21 anni. Nel senso che sono quasi tutti studenti universitari in gap year, anno sabbatico, in cerca di un lavoro in qualche fattoria o bar, per raccogliere i soldi per poter proseguire nel loro viaggio. Ma alla sera si dedicano ai party. Ognuna di queste mete turistiche (inevitabili perche' effettivamente devastantemente belle) trabocca di pub, bar, discoteche che a loro volta traboccano di questi ggiovani pronti a devastarsi fino all'alba. Una versione se volete piu' rilassata della nostra riviera romagnola. Ma non per questo meno attenta alla forma: e' incredibile come le ragazze possano stipare nel loro zaino una quantita' inverosimile di abiti sempre perfettamente fighetti, oltre alla doverosa attrezzatura per make up ed hairstyling.

Sull'isola siamo rimasti per due giorni in quattro: trentenni pacificamente dediti all'ozio. Non che questo ci abbia trattenuto dal godere di qualche sana bottiglia di vino e di un po' di musica.
Da un'isola all'altra. L'ultima in cui mi sono recato e' Magnetic Island. Il nome decisamente attira. A ragione. Una serie di calette una piu' bella della successiva, raggiungibili spesso solo a piedi attraverso tranquilli sentieri nella foresta di eucalipti.
Non manca anche qui la compagnia, italiana ed inglese.

Pure in questo caso da che mi ci dovevo fermare una notte alla fine ci sono rimasto tre giorni, con la tentazione terribile di trattenermi ancora. C'e' chi aveva programmato una settimana e da cinque anni lavora nell'ostello.

E come si fa a non dubitare con simili visioni?!
Non ho (ancora) ceduto alla tentazione e sono gia' in movimento verso Cairns.
Prima di chiudere il post un paio di immagini del bush tropicale, vegetazione costretta a barcamenarsi tra periodi di secca ed incredibili scariche d'acqua.


Pochi giorni fa a Brisbane sono caduti in poche ore 300 millimetri d'acqua! L'intera costa e' stata allagata con danni per milioni di dollari.

Io invece me ne sto al sole, cercando riparo dalla caldazza all'ombra di un big mango.
k

venerdì 15 maggio 2009

nuovo mondo

Rieccomi in viaggio. Sono adesso a Bundaberg, tranquilla cittadina famosa per una distilleria specializzata in rum. Non l'ho ancora visitata ma lo faro' domani, sperando in un revival delle emozioni di cubana memoria.

Nel frattempo mi sono rilassato. Prima a Brisbane e Gold Coast.

Quest'ultima e' una versione locale della nostra riviera romagnola: spiagge immense, spianate di alberghi multipiano che al termine dell'anno scolastico si riempiono di neo-maturi per un party che dura un mese; evitare accuratamente quel periodo! Adesso e' tranquilla, ma sempre dall'aspetto fashion. Io e i miei mates ci siamo stati per il venerdi' sera "all'australiana". Nel senso che qui i controlli sulle strade sono severissimi, onde per cui hanno affittato una stanza d'albergo per poter morire dopo i bagordi. Ma ancora, e' vietato bere all'aperto!!!!!! Mi pare che siano un po' una paranoia queste alcool-free zone. Fatto sta che sono andati a comprare da bere e quindi si sono sbronzati in stanza.

Ho provato a convertirli al vino rosso, ma non hanno gradito. Ergo, mezza bottiglia me la sono scolata io.
Abbiamo anche tentato di fare un po' di busking sul lungomare ma siamo stati cortesemente allontanati dai gestori delle bancarelle: "se la gente da' i soldi a voi poi non compra i nostri prodotti". L'ho detto che qui il mondo va all'incontrario...
Qui vedete l'affiatata coppia James + me sul potente mezzo che ci ha portato in giro.

Altre localita' marittime sono decisamente piu' tranquille ed affascinanti, a meno di un'ora dalla citta'.

Ma anche nella stessa Brisbane, la domenica pomeriggio il parco e' affollato di gente che ascolta vari concertini, fa un picnic o si immerge nella piscina comunale con vista sul centro.

Ma il vero relax e' arrivato negli ultimi giorni. Dicevo nel post precedente che l'Australia dev'essere un bel luogo per vivere. Ed ecco un'altra vecchia cara conoscenza che da qualche anno ha optato per un trasferimento in uno dei luoghi piu' incantevoli: Crystal Waters, una "comune" vicino Maleny, alle spalle della Sunshine Coast.

Qui Laura vive con il compagno Adrian ed uno splendido pupetto che a breve compie due anni, Sasha, da me prontamente soprannominato Sasa'.

Ha una predilezione per gli strumenti musicali (il papa' e' un bravissimo chitarrista).

E diciamo che le energie non gli mancano. Dorme inspiegabilmente pochissimo, e ciononostante non perde un colpo essendo sempre pronto a giocare, guardare un cartone animato, bere una cuppy di wawa (a meta' tra water e acqua) o semplicemente spingere il suo camioncino.
La povera mamma (le occhiaie sono permanenti) ha approfittato della mia presenza per distrarsi un po' portandomi (pupomunita) a fare qualche passeggiata in queste meravigliose colline.

Il panorama sulle Glass Mountains spazia fino all'oceano. Ed e' un attimo andare in spiaggia a Caloundra.

Oppure inoltrarsi nella foresta pluviale piena di Wallaby (piccoli canguri), tacchini, ragni e serpenti (non avvistati).

Veramente un luogo da meraviglia, dove ricaricarsi per affrontare il nuovo cammino.

Verso nord.
k

giovedì 7 maggio 2009

fiori


Uno dei problemi che si incontrano nei paesi computerizzatamente piu' sviluppati e' la relativa scarsita' di punti internet disponibili. Ognuno ce l'ha gia' a casa quindi perche' aprire un locale apposito? Sinteticamente ecco spiegata la distanza tra un blog ed il successivo. In secondo luogo ero troppo impegnato a godermi il viaggio.
Qualcuno ha scritto che non posso ormai andare piu' lontano di cosi'... si puo' fare di meglio! Per ora procedo verso climi piu' tiepidi dirigendo la prua della barca verso nord.
La costa e' meravigliosa, una sequenza infinita di spiagge e faraglioni dove le onde si infrangono prepotentemente, offrendo a un gran numero di surfisti/e opportunita' di dimostrare il proprio valore.
O semplicemente di godere di una passeggiata sul bagnasciuga.
Non mi sento ancora pronto per dimostrare il mio di valore sulla cresta delle onde e, soprattutto, l'acqua e' ancora freschina...
Piu' che altro mi dedico alla natura. Viste anche le tracce di nuova fauna.

E finalmente eccolo, l'animale piu' cute che esista nel continente. Una palla di pelo dedita a masticare foglie di eucalipto aggrappata ad un albero.
Qualcuno non apprezzera' questa descrizione del koala, ma che volete che faccia, piu' che mangiare e grattarsi? Soprattutto colto - purtroppo - all'interno di un parco naturale, quindi un luogo tutto sommato protetto.
Piu' interessanti sociologicamente questi pavoni impegnati a pavoneggiarsi per la conquista della propria compagna.
Come gia' detto, io osservo. Ma la sensazione, terribile, e' di perdere tempo. Il viaggio verso nord e' lungo, le distanze enormi. E l'idea che mi sto facendo in testa e' che l'Australia non sia una terra adatta ai viaggiatori. Soprattutto europei.
Non dice niente di nuovo.
Si tratta di una societa' di stampo anglosassone. Quindi tutto funziona al meglio, i mezzi di trasporto (con le eccezioni gia' descritte), le case, le famigliole, i prati perfettamente tosati.
Qui l'allegra e incasinata famiglia che mi ha ospitato a Toormina (con due o, ma credo sia stato un errore dei primi geografi).
Ma grazie al clima piu' mediterraneo anche la gente e' piu', come dire, sciallata, rilassata, take it easy. Ma sempre europea.

La citta' di Brisbane, dove mi trovo ora, risponde perfettamente alle aspettative.
Come gia' Melbourne e Sydney il centro e' caratterizzato da grattacieli, giardini, zone pedonali, negozi.
Anche qui nel parco ci si prende a mazzate durante la pausa pranzo.
Anche qui proliferano le gallerie d'arte moderna, molto interessanti perche' dedicate soprattutto all'arte locale, chiaramente globalizzata, ma con caratteristiche piu' peculiari in particolare per l'influenza dell'arte aborigena.
Alcune significative novita'
Ci sono piu' chiese che cristiani.
Qualcuno fa il gioco delle tre carte, in mezzo alla pubblica piazza. Questo si' che e' un segno di apertura...
Il clima rilassato si vede nel gran numero di persone che semplicemente siedono sulle numerose panchine del centro pedonale, leggendo un giornale, chiaccherando o aspettando qualche concertino. Come si vede l'intera via e' attrezzata per diventare un vero e proprio palco per performance musicali.

Qualche curioso residuo di una passata expo mette l'accento su quello che dicevo prima.
L'Australia - purtroppo - sembra non avere niente di nuovo da dire.
E' come mangiare un buon piatto di pasta dopo aver assaggiato delizie esotiche. Ottimo, ma gia' noto.
La conclusione temporanea e' che non e' un luogo adatto al viaggio di un mese.
E' piu' adatto a viverci...
Soprattutto quando queste sono le notizie che giungono dall'Italia. E' due giorni che sui giornali distribuiti in metropolitana campeggia un faccione conosciuto.
Per chi non conosce l'inglese. Il protagonista, riferendosi alle procaci compagne di vignetta, afferma: "ho in mente una buona posizione per entrambe".
Tranquilli, non ho ancora trovato il posto giusto, ma - lo dico per tutti - e' un paese da considerare. Proprio perche' e' familiare, accogliente, vicino. Non c'e' niente da temere, non ho ancora incontrato i coccodrilli, si sta bene.
C'e' veramente chi gia' si e' trasferito, alla ricerca della pace interiore ed esteriore.
A Nimbin, nelle colline alle spalle di Byron Bay, e' attiva una comunita' hippie, fricchettoni, "figli dei fiori" diremmo noi, che organizza una volta all'anno una bella festa.
Anche qui, il modello e' quello di tanti festival europei.
Mercatini etnici, singolari personaggi che sfilano per le strade.
Per chi c'e' stato: come Andancas o Saint Chartier o Pelago, ma piu' piccolo, con meno musica e soprattutto non folk.
Uno dei migliori gruppi, dal Giappone, carichi di energia dub.

La star locale e' un'energica giovane cantante che tiene il palco con la sola chitarra acustica: Diana Anaid
Una meravigliosa e colorata parata di pullmini volkswagen, qui detti combi.
Non poteva mancare chi vuole suonare i bonghi come se fosse in Africa... (citazione musicale!)
E finalmente qualcuno la cui presenza nelle citta' non si sente, dato lo stampo europeo delle stesse: gli aborigeni.
Europeizzati anche loro, va bene, ma presenti eccome.
Insomma, una casa ancora non l'ho trovata, ma certo un bel po' di bella gente.
k