giovedì 6 agosto 2009

comitato d'accoglienza

Cara (in tutti i sensi) vecchi Europa!
Con un ultimo messaggio dalle terre d'Argentina, messaggio che racchiude in parte il senso di questo viaggio ed una risposta ai suoi mille dubbi: "quando la volonta' c'è ci sono mille strade; quando la volonta' non c'è ci sono mille scuse".

E che sorpresa trovare all'aeroporto il comitato di accoglienza!

E che sorpresa risvegliarsi al mattino al faubourg saint Denis!

E che sorpresa giungere al fine in Bretagna!

Ovviamente piove.
k

domenica 2 agosto 2009

a volte ritornano


A volte si hanno déjà vu.
A volte si incontrano paesaggi già incontrati in altre parti del mondo.
A volte si scattano foto giá scattate altrove.

A volte si incontrano compagni di ostello che diventano compagni di viaggio.

Nell´estremo nord dell´Argentina, dove la pianura cede il passo alle montagne aspre e dure: le Ande.

A volte con tutto il repertorio di stereotipi che da noi si conoscono, ma altre volte con sorprese più o meno gradevoli.

La cosa ancora più affascinante è sicuramente il paesaggio.
A volte i pueblos ricordano paesini della campagna sicula (prima della speculazione edilizia, certo).
A volte per il colore della terra e delle case.

A volte per gli animali che pascolano tranquilli più o meno liberi.

A volte per i campi bruciati dal sole e dal vento.

A volte per le fiumare assetate d´acqua.

A volte per i monumenti solitari.

Oddio, non ho mai incontrato in Sicilia un cerro de las 7 colores, come a Purmamarca.

Peró sicuramente luoghi come Tilcara, come le rovine del pucara, l´antico villaggio inca.

La garganta del diablo, una splendida gola scavata nei secoli dall´acqua e dal vento.


A volte si incontrano saline non al mare, ma in un altipiano circondato da alti monti e sovrastato da un cielo che più blu non si può.

A volte ci si sente come un dio, nulla puó fermarti.

A volte bisogna andare molto in alto prima di poter scendere.

A volte si raggiunge il karma e si succhia tutta l´energia di un luogo magnifico, potente, quasi cercando di fermare il tempo che purtroppo scorre impassibile.

A volte si prende la strada del ritorno.

Ritorno che comincia domani.
k

mercoledì 29 luglio 2009

pachamama


Nel nord dell´Argentina si incrociano flussi ed arie provenienti da mondi lontanissimi. È qui che la gente europea si mescola con i popoli che giá abitavano queste terre quando Colombo arrivò. E nonostante la distruzione, l´annullamento di culture antichissime c´è qualcosa che a resistito.
La sensazione che si prova davanti alla Pachamama. La Pachamama è la Madre Terra, da cui tutto procede, senza la quale nulla puó esistere. È di fronte a lei che ci si sente piccoli. Proprio vero, come formiche che si muovono senza poter vedere i confini, procedendo a volte a caso. Qui sulle Ande (anche se in realtà questa è considerata solo precordillera, diciamo che sono arrivato solo ai tremila metri...) è percepibile, palpabile la nostra infimità.
E mentre il mare, per quanto immenso, rende un´idea di movimento, di trasporto, invita ad attraversarlo, queste montagne sono statiche. Sembrano dire: noi siamo, tu passi.

Alla Pachamama si offrono i suoi migliori prodotti: foglie di coca, vino, frutta e sigarette (!).

Il primo incontro vero con la Pachamama avviene a Tafì del Valle, paesino turistico dove però non si incontra nessuno lungo il sentiero che conduce alla cima del cerro. Solo croci, cavalli e pecore.


Alla cittá sagrada di Quilmes, dove visse il popolo che ultimo fu sconfitto dagli spagnoli. I sopravvissuti furono tutti deportati a Buenos Aires. I piú morirono nel viaggio. La cittá scomparve, ma ancora oggi - una locale mi ha garantito - si svolgono riti di sciamani dall´antica memoria.

Qui i cardones la fanno da padroni.

Nella quebrada di Cafayate, dove le intemperie hanno scavato gole impressionanti, di color rosso fuoco. La sorpresa è trovare il ritrovo annuale di musicisti e danzatori per ascoltare tradizionali chacarere, zambe, carnavaliti.

Sorpresa è anche incontrare qualche viaggiatore italiano con cui condividere una cena ed una bottiglia dell´ottimo vino locale.

Procedere lentamente con gli stracarichi autobus locali, con l´autista che si ferma a salutare tutti, su strade sterrate, attraverso canyon e gole, distese aride di terra gialla e vermiglia.


O trasferirsi con un gruppo di ragazzi di Buenos Aires su una camioneta per proseguire il viaggio seduti nel cassone, a prendere sabbia in faccia ma a godere di un panorama a trecentosessanta gradi che forse è il piú bello che abbia incontrato in questo viaggio (il meglio deve ancora venire è, lo ricordo, il motto).


Cachi, altro pueblo caratteristico, dalla magnifica piazza piena di botteguzze artigiane.


Come sempre uno dei luoghi piú affascinanti e da cui si gode il panorama migliore è il cimitero.


Da Cachi un nuovo viaggio per scendere da questi immensi altopiani.


Per giungere cosí alla capitale del nord: Salta.
La cittá è graziosissima (qualcuno la paragona anche alla nostra Cortina, visto l´afflusso di turisti), grazie a chiese, palazzi ed un affascinante museo dove sono conservate le mummie di 4 bambini sacrificati dagli Inca alla madre terra. Anche questa è Pachamama.


Anche qui nella piazza uno spettacolo di danze e musiche folcloriche.

Qualcuno in particolare apprezza la performance del cantante di tango locale.

Ultimi giorni sempre piú a nord, verso le terre incaiche.

k