mercoledì 22 aprile 2009

finocchi


La tecnica di pollice alzato e braccio teso funziona, ma solo fino a un certo punto.
E mi raccontano storie di assassini di backpackers da parte di maniaci automuniti. Al che io rispondo: si', ma allora dovrei essere io ad avere paura, non voi!

I tempi dell'autostop australe sono veramente molto lunghi. Anche se alla fine, in effetti, vedo cio' che volevo. Ossia il vero volto di questo immenso continente: deserto.

Questo per la maggior parte. Terra assolata battuta dal vento ed attraversata da lunghissime strade. Due citta' apparentemente vicine, almeno sulla mappa, distano come minimo settanta ottanta chilometri. Le highway sono percorse incessantemente da tir, guidati da autisti duri ma pronti a commuoversi (solo ogni tanto) specie quando ti vedono li' da due ore ad aspettare.

Non e' solo deserto, la campagna, country (il vero outback mi hanno detto e' altrove, a nord). Lungo i corsi d'acqua, purtroppo da anni in esaurimento - non piove da mesi! - si estendono campi coltivati a grano, cotone. Ma anche rigogliosi vigneti. E devo assicurare che il prodotto locale e' dignitoso, in alcuni casi veramente gustoso.

Gli unici alberi che a stento riescono a sopravvivere sono gli onnipresenti eucalipti, il cui profumo balsamico si spande per l'aria.

Ma la situazione idrica e' veramente grave, non solo, altissimo permane il rischio di incendi. L'ultimo pochi giorni fa nei dintorni di Melbourne.

I paesi ricordano il far west di cinematografica memoria, piu' che altro perche' dopo il tramonto non c'e' anima viva in giro. L'unica possibilita' e' recarsi al pub; qui a Ouyen il pub funge anche da albergo per gli operai che lavorano alla ferrovia (non preoccupatevi, nessuna intenzione di attivare un treno passeggeri...) o i camionisti stanchi da una giornata di guida (e settimane lontani da casa) o i piu' unici che rari turisti!

Insomma, mi sono scocciato! Definitivamente. Non che mi disturbi aspettare, nel frattempo mi sono gia' letto due romanzi. Ma quello che non sopporto sono le mosche! A sciami interi ti aggrediscono, puntando agli occhi ed alle orecchie, giustamente i punti migliori. Ma con tutta la m... che c'e' in giro proprio su di me. Mi e' stato detto che il clima estremamente secco ha peggiorato enormemente la situazione. Fatto sta che gli stradini lavorano con una zanzariera davanti alla faccia.
Orbene, ieri sera ho ceduto. L'ultimo passaggio mi ha portato dalla Victoria in New South Wales (controllate la mappa aggiornata), abbandonandomi ad una roadhouse di quelle ruspanti. Che volete, ho trovato un autobus e ci sono salito.
Non che sentissi la nostalgia della grande citta', ma sento che il tempo sta scivolando rapidamente via e quindi devo accelerare i tempi di scelta.

Eccomi quindi a Sydney, la citta' piu' famosa dell'Australia.
Diciamo che ancora non sono dell'umore giusto per goderla a pieno, ma ciononostante e' impossibile ignorare la sua aperta bellezza, fatta - anche qui - di contrasti tra vecchio e nuovo, dimensione umana e ipermodernita' grattacielica.

La cattedrale neogotica al centro di un immenso parco verde pieno di corridori o semplici fannulloni (ma non lavorano mai?) e' circondata in realta' da edifici ultramoderni, affacciati su una delle tante insenature dell'enorme baia.

La gente si gode tranquillamente l'acqua silenziosa e calma.

Una modernissima monorotaia attraversa l'intero centro, costituendo una delle tante linee di metropolitane che servono la citta'.

Ma in giro si trovano anche magistrati abbigliati con la classica toga la molto anglosassone parrucca.

Alla sera il panorama e' spettacolare, con le luci splendenti del ponte di ferro.

Ed infine il monumento piu' noto in assoluto, l'icona stessa dell'Australia. Si staglia raggiante sullo sfondo scuro della notte: l'Opera House.

Molte sono le teorie su come sia stata progettata, una sfera tagliata a spicchi, scomposti, ricomposti, vele, ali di volatili.
Io ho una spiegazione molto piu' semplice e - sospetto - veritiera. Non si alterino gli esigenti esegeti, e non si turbino i critici criticanti.
Ammirate piuttosto la forma appuntita degli archi. Le venature longitudinali. La sovrapposizione delle parti.

Ed immaginate di avere in mano un coltello, aggiungete un filo d'olio.

Secondo me l'architetto stava mangiando un'insalata di finocchi.
k

8 commenti:

Anonimo ha detto...

.. mi viene quasi fame...

l.

Anonimo ha detto...

mi sono commosso a questo post.

L'idea delle lunghe strade senza fine, i magistrati, i camionisti che pensavo fossero loro i finocchi del titolo e invece... prima il grande ponte e poi l'interpretazione del Opera House! Visto come ragionano gli architetti non escludo la teoria del finocchio.
Comunque mi sono commosso... è un po' il simbolo dell'Australia, come dire: sono arrivato dall'altra parte del mondo, più di così non posso, adesso punto la barca di nuovo verso l'Europa.
In bocca al lupo Andrea!
Giacomo

Anonimo ha detto...

ciao, che belle foto e bellissime descrizioni..seguo il viaggio piu' lungo..il giro del mondo!!
Madda baci

Chiara ha detto...

Caro Andrea,
Le foto dell'opera house sono davvero mozza fiato. Un grazie da tutta la web-comunity! Sn morta dalle risate con la storia delle zanzare (è un buon allenamento per Vialfrè, no?!). Per curiosità che romanzi ti sei letto?!! Buona Sidney ;)

Anonimo ha detto...

Il contrasto tra la campagna assolata e la citta°,brulicante di gente,è reso molto visibile dalle immagini selezionate:di giorno(efficacissima la "picciotta"in marcia decisa e nella stessa direzione della monorotaia)e di sera(piovigginosa nella spettacolarità delle luci del Ponte e della Opera House).
Buon proseguimento al "viaggiatore solitario".

Anonimo ha detto...

Le foto del tuo post mi danno ancora più nostalgia per una terra splendida e "libera"come vorrei fosse la cara vecchia e corrotta "Italietta".Il tuffo nuovamente nel nostro mondo mi procura un desiderio irrefrenabile a partire nuovamente, ma gli affetti lasciati anche se per poco a casa mi tengono legata a questa terra che ha visto i miei natali.
Buon proseguimento a Te Andreuzzo e goditi fino in fondo questa tua libertà.baci

Anonimo ha detto...

e prosita! ma sento il dovere di ricordarti che i due viaggiatori coraggiosi hanno sempre ragione....e il tempo, ultimo galantuomo, mi darà ragione...

Anonimo ha detto...

Che posti! Le foto sono magnifiche ed è un piacere leggere i tuoi commenti! Buon proseguimento per il TUO giro del Mondo!
Marghe