giovedì 26 marzo 2009

idea


Singapore.
La citta' ideale? In questo post le prime impressioni, tutte estremamente positive. Magari in un altro post i retroscena (devo ancora esplorarli, come mi hanno suggerito due amici locali).
Citta' moderna ma con un orgoglio manifesto per il proprio retaggio "storico", anche se storico significa poco piu' di centocinquant'anni.
Veramente qui sento come ben riuscita la fusione del tessuto dei piccoli quartieri come little india e chinatown con gli edifici piu' moderni, grattacieli, centri commerciali, metropolitane.

Perche'? Non lo so, e' anche questa solo una sensazione, di gradevolezza, di piacevole commistione. Forse perche' tutti - e dicesi tutti - gli edifici piu' vecchi sono stati restaurati, ripuliti. Forse perche' la citta' e' linda e pinta, non una cartaccia per terra,non un filo d'erba fuori posto (ho sentito dire che i chewing gum sarebbero vietati... non ho controllato). Ma non e' una citta' svizzera, non si sente quel rigore d'oltralpe. E' semplicemente cosi' naturale.
E' naturale incontrare nel parco del forte mascheroni barocchi

orchidee
'
E' naturale incontrare meravigliosi templi indu' carichi di statue di idoli, personaggi mitologici, dee dalle mille braccia e dai cento occhi

guru dal petto nudo inghirlandati che leggono passi dai testi sacri

puttini di mantegnana memoria in salsa curry

Com'e' altrettanto naturale incontrare templi e centri di cultura buddista, dove apprendere i fondamenti di quest'antichissima religione

Altrettanto naturale risulta incrociare una cattedrale cattolica il cui campanile si confronta con la torre di un moderno centro commerciale

O ariose moschee nel mezzo del quartiere indiano

Cosi' il fondatore della moderna citta' (sir Raffles) si staglia imperioso sullo sfondo del centro finanziario

mentre poco piu' in la' si fa footing, si passeggia o semplicemente si bighellona, due amici, una chitarra...

Anche qui, come a Dubai, si lavora indefessamente per portarsi sempre piu' avanti. Gli ultimi quartieri invadono ormai il mare (la citta' e' un'isola per cui lo spazio e' quello che e')

Ma anche qui il risultato appare estremamente gradevole, col leone - tritone simbolo della citta' che sputa acqua sugli allegri turisti

O la nuovissima e meravigliosa sala da concerto - teatro in forma di durian, il profumato (o puzzolente a seconda dei gusti) frutto tropicale tipico della zona.

Il quay, il vecchio porto fluviale i cui antichi negozi sono stati trasformati in locali, pub e ristoranti che alla sera si animano di vita, musica, suoni, voci

Mentre a chinatown si gioca per la strada

sulla metropolitana si riposa.

La citta' e' culturalmente attivissima. Concerti, spettacoli teatrali, gallerie d'arte.

Non poteva mancare un modernissimo museo della scienza, affollato di studenti e soprattutto bambini entusiasti delle loro scoperte.

I retroscena? Come gia' detto li riservo per un altro messaggio. Per ora basta cosi' che ho gia' perso la testa per questa eccezionale citta'

k

11 commenti:

Anonimo ha detto...

ciao Andrea,
anch'io a Singapore ho avuto la tua stessa impressione! sarà l'occhio occidentale.

Comunque io ho sempre creduto che la sala concerto fosse a forma di armadillo e non di durian. Chi ha ragione?
Un consiglio: SE PUOI visita la biblioteca nazionale (national library), sali sino agli ultimo piani che è molto bella CON I GIARDINI APERTI PENSILI e da lì si vede il panorama della città.

Ecco: lo sapevo. Nella mia sosta di 12 ore mi sono perso il bellissimo museo della scienza.
Ma... quale sarà il trucco del san giovanni decollato?
gioco di specchi?
o si entra nel tavolo?
SIMPATICO.
voto: 9 1/2

Giacomo

Anonimo ha detto...

bello... e riflessivo...

l.

Anonimo ha detto...

Sembra un dipinto di Caravaggio!
Una decollazione di una testa da Medusa visti i capelli un pò a serpenti, insomma un'erinni che, prima di morire vuole azzannare il boia.L'effetto è ben riuscito e per questa volta non piango.

Michele ha detto...

L'unica cosa che mi fa strano è il frutto che pare una macchina foto.

Okkio che avevo letto che a Singapore tutto è così "svizzero" perchè se butti per terra anche una cartaccia c'è l'arresto o giù di lì.

Anonimo ha detto...

OK.OK.OK .....u bambinellu barbutos!

Anonimo ha detto...

La foto finale è proprio "fuori di testa"! Si vede proprio che ti diverti.
Chiara

Michele ha detto...

ECCOLO!!! Il lato oscuro di Singapore dal post odierno del blog di Beppe Grillo: "A Singapore è stata legalizzata la vendita di organi tra vivi. 5.000 euro per un rene. I prezzi di listino saranno determinati dalla domanda e dall'offerta. Più aumenta il numero di morti di fame, meno costa l'organo al dettaglio. In tempo di crisi, con il mercato al ribasso, si può comprare un organo di scorta, per esempio un occhio, e tenerlo da parte per ogni evenienza. E' un investimento. Se non servisse lo si potrà rivendere con gli interessi. I turisti potranno fare shopping a Singapore, turismo sanitario. E' la nuova tendenza, la vendita di sè stessi. Il nostro corpo è un capitale. Non si butta via niente".

Ecco il link all'articolo: http://www.adnkronos.com/IGN/Esteri/?id=3.0.3144530127

cus ha detto...

accipicchia, ecco cos'e' quella strana cicatrice che mi sono trovato stamattina sul fianco... ;-)

Anonimo ha detto...

A Singapore "naturale "senzazione di benessere per l'equilibrio,cercato e realizzato,tra patrimonio edilizio antico recuperato ed il nuovo "sapientemente innestato",per la quotidiana vita del cittadino ed i suoi interessi di studio,lavoro e svago.Sul piano educativo Tu evidenzi il gioco dei bambini "curiosi" al Museo della Scienza,Giacomo richiama la Biblioteca nazionale per il sistema dell'Istruzione e Ricerca:ci sei andato?L'hai visitata?Quale nesso con la politica urbanistica e territoriale di tale Città-Stato?

Anonimo ha detto...

Alberto Sordi l'aveva già indicato 30 anni fa...per fame si può tutto

Anonimo ha detto...

L'ultima foto è simile a quella del S.Giovanni decollato che si trova nella chiesa situata nella parallela a viale Boccetta.
Da piccola preferivo non andare in quella chiesa.
E' un filone della cristianità che ha il gusto per l'orrido.
Nei paesi dell'america latina di queste scene ve ne sono tantissime.
a breve.