domenica 1 marzo 2009

spocchia


Non e' che voglio essere cattivo, ma dopo un po' di tempo passato in giro non posso sopportare gli atteggiamenti di "occidentale superficialita' ", colma di complessi di supposta superiorita', di chi guarda dall'alto.

O di chi pensa che le altre culture siano li' apposta per ammirarci.

Cosi' una fantasmagorica tazza di noodle in brodo di verdure cinese diventa "mangiabile",

un meraviglioso tempio indu' in una grotta nel costone di una montagna e' "si', simpatico", un fantastico pesce arrostito "mah", il quartiere malese e' "degrado", ci sono "troppi centri commerciali", la globalizzazione.

E "questa fontana con la gente che fa il bagno?"

E' vero, sono cattivo, ma gliel'ho detto al fratello che lo sarei stato.
Forse sono io che ho acquisito una certa spocchia all'incontrario, sono io che ho tentato in ogni modo di farlo cogliere dalla maledizione di Sandokan. Forse l'impatto con questo mondo talmente variegato e' cosi' forte che si resta senza parole, e quelle che ha trovato Giacomo non sono state le migliori.

Un mondo complesso, un vero e proprio brodo di culture che si compenetrano.
Malacca, la citta' simbolo della Malesia, terra di conquista per Portoghesi, Olandesi, Inglesi, Giapponesi.

La citta' certo non ha le bellezze architettoniche dei nostri paesini medioevali, ma il quartiere cinese con le sue viuzze bianche, le case basse che nascondono cortili dove si trovano templi, bar, ristoranti, ostelli, negozi ha un fascino pigro e tranquillo.

Fa da contrasto con la confusione vivace che regna a Kuala Lumpur, dove alla zona cinese si affianca il quartiere indiano, con l'affollato mercato del sabato: i colori della merce esposta nelle bancarelle sono accompagnati dai profumi del cibo di strada adatto a tutti i gusti, dal riso fritto agli involtini alle torte di cioccolato fino ai succhi di frutta fresca.

Poco piu' in la' il centro moderno, con locali e ristoranti di ogni genere. Libanesi, marocchini, thailandesi, pizzerie italiane, bar sudamericani, pub con musica dal vivo,

locali egiziani dove fumare la shisha.

Dominato dalla sagoma delle belle Petronas Tower, la cui forma e' meravigliosamente ispirata agli stupa dei templi indu'.

Svettano leggere nel cielo carico di nuvole (che ogni pomeriggio scaricano secchiate e secchiate d'acqua) e di notte riempiono l'aria di luce.

Erano le piu' alte del mondo, finche' gli emiri arabi... insomma, quello di Dubai e' alto il doppio!
Ancora piu' in la' il quartiere malese vero e proprio.

Le casette porticate affacciate su rigogliosi giardini si accompagnano ad un numero impressionante di ristorantini dove e' possibile mangiare cibi tipici - occhio alla salsa piccante! -,

incontrare gli amici o la propria bella.

In periferia sorge il grande e triste zoo. Triste perche' triste come istituzione. Interessante e' pero' osservare i numerosi bambini che accorrono ammirati e curiosi per toccare lo strano animale chiamato coniglio e l'ancora piu' strana capra.

Chi e' dentro e chi e' fuori?
Ancora in periferia uno dei luoghi piu' affascinanti: le grotte di Batu. Sul costone della montagna che improvvisa si erge verticale si appoggia una lunga e ripida scalinata che conduce ad uno splendido e misterioso tempio indu'.

La folla vocia confusamente attendendo l'arrivo di un guru per la giornata dei battesimi (almeno a giudicare dal numero di bimbi addobbati per l'occasione). All'interno della grotta si mantiene questo caos, avrei preferito un po' piu' di tranquillita'.

Ma basta levarsi i sandali e dalla terra si percepisce l'energia positiva del luogo. E allora anche in mezzo alla ressa si trova il silenzio. E si osserva.

Gente che prega intensamente e presenta offerte agli dei.

Anche noi abbiamo ricevuto la benedizione sulla fronte.

Ma ci sono altri luoghi ed altre immagini che rimangono nella testa e nel cuore.
La grande moschea nazionale.

I bambini di una scuola in gita alle Petronas Tower. Questo il loro pranzo al sacco.

L'aspirapolvere nella fontana.

Troppo, ammetto, in un colpo solo. Per chi non e' abituato a confrontarsi giornalmente con la diversita' e' effettivamente eccessivo.
Ma sono convinto di aver contribuito ad aprire una strada.
Per togliere (anche a me stesso) quell'odiosa spocchia.
k

5 commenti:

Anonimo ha detto...

... non pensavo che a a questo punto di questo "viaggio", lungo viaggio... con la sabbia del deserto lo zaino si fosse riempito anche di questa "spocchia", come la chiami tu... forse fa parte del processo, cambierà forma, si scioglierà, maturerà piano con tutte le altre esperienze che ti stanno attraversando...
ma l'attacco di questo post stride così tanto con quello che è stato fino ad oggi... rispetto per la diversità è anche che per chi vicino a te la pensa in modo diverso da te, si esprime con altre parole, elabora con altri filtri, maturerà questa esperienza in altri tempi e altro modo...
mi è sembrato di leggere qualche riga di quegli italiani super snob/pseduo alternativi che avevo incontrato proprio lì a KL, alle Batu Caves, vestiti da indiani, in meditazione, che guardvano quasi con schifo quei mentecatti di turisti che erano lì "solo" in visita...
... un po' come il turista che si aspetta silenzio in una manifestazione indù... e quasi si infastidisce perchè tutto quel caos è così lontano dalla SUA idea di meditazione e così simile ai rumori di un qualunque mercato cittadino...
andrea.. "viaggiare" forse è anche rendersi conto che non si possono esprimere "giudizi"... anche per chi vede e sente in altro modo.. che comunque elaborerà e in modo diverso da te...
altrimenti... bhe, smettiamo pure di viaggiare.. di questi modi precostituiti di classificare, di sentirsi ammantati di sensibilità superiori... ne siamo già pieni...

chissà... fose anche queste sensazioni di getto cambieranno.. mi dirai...

un abbraccio al tuo ritorno a passi solitari

lucia

Anonimo ha detto...

Sensibilità di Giacomo e Spocchiosità assurda di Andrea.
E.....Si!!!!!!
La sensibilità e dolcezza di Giacomo, la sua semplicità,la dolcezza che lo ha sempre contraddistinto oltre poi alla grande intelligenza può notarsi nel messaggio scritto nel post precedente prima di lasciare la terra d'ASIA DOVE CON TANTO ENTUSIASMO è ANDATO PER VEDERE E FAR SENTIRE AL PROPRIO FRATELLO il suo affetto, contento di condividere qualche passo
E NON PER VIOLARE,COME QUALCHE INVIDIOSO/A APPARTENENTE AL MONDO DELLA SOTTOCULTURA HA SCRITTO," L'IO."
viaggiare dovrebbe insegnare ad accettare gli altri così come la pensano, vuol dire acquisire sensibilità d'animo, andare con intelligenza al di la delle impressioni istantanee. capire che il mondo è anche quello dentro gli altri.
A che vale aver studiato se non si acquisiscono certi traguardi?
altrimenti si arriva al paradosso che " il viaggio impoverisce l'animo "

Anonimo ha detto...

Sono ufficialmente arrivato in Italia.

Calma a tutti: non animatevi! il blog di Andrea dal titolo "spocchia" in fondo lo avevamo concordato assieme quando ero lì, proprio perchè vi assicuro che, per un europeo essere proiettati d'improvviso in un crogiolo di culture così diverse dalla propria è veramente una sensazione forte e strana, situazione che Andrea ha già invece "assimilato" con un bagaglio di 5 mesi di viaggio.
Anzi, la mia presenza gli è sicuramente servita per accostare a tali 3 culture (araba, indiana, cinese) anche quella europea con le sue abitudini ancor differenti!
Per il fratello Andrea,ma anche per me, nell'insieme una bellissima esperienza formativa!
Assieme io e Andrea abbiamo passato una settimana allegra e divertente, assieme abbiamo scoperto tante nuove sensazioni di vita asiatica. L'esperienza è stata positiva per entrambi.

INVITO DUNQUE TUTTI I LETTORI DEL BLOG, QUALORA ABBIANO A DISPOSIZIONE UNA SETTIMANA DI FERIE, A PRENDERE UN AEREO E A PROVARE A RAGGIUNGERLO D'IMPROVVISO. TUTTI COLORO CHE AVRANNO IL CORAGGIO DI FARLO VIVRANNO UN'ESPERIENZA SIMPATICA SICURAMENTE FORMATIVA, OVUNQUE SIA IL LUOGO DI INCONTRO CON IL NOSTRO VIAGGIATORE.
Forza e coraggio lettori: il mondo vi aspetta e Andrea è un'ottima guida!

ciao
Giacomo

cus ha detto...

grazie

Anonimo ha detto...

Le immagini delle n.31 foto sono "bellissime",colgono molti aspetti significativi di vari momenti di vita della gente "malesiana",nei luoghi osservati e "narrati":da sole ci indicano la strada per capire ed "accogliere" gli altri.Ieri guardavo i colori dei vestiti delle donne;stamani i bambini allo zoo ed il "colore"della scolaresca.