domenica 29 marzo 2009

retro


Prima di partire per nuovi lidi (indovinate quali...), come promesso, i retroscena.
Ci si chiede: veramente Singapore e' la "citta' ideale"?
Qual e' la contropartita di questo lindo rigore, questa generale tranquillita', questa sicurezza a dispetto di qualunque crisi?
Due singaporesi doc mi hanno detto : prendi la metropolitana fino ad un qualunque capolinea e li' vai a vedere come vive realmente la gente, dove abita, i centri commerciali dove fa acquisti, le food court dove mangia.
L'ho fatto.

Una sfilza di condomini a 20 piani stretti stretti l'uno all'altro.
Ma dall'esterno appaiono lindi e pinti, i prati che li circondano sono tosati ad arte, i viali colmi di alberi fronzuti.

I panni non sono stesi ai classici fili per bucato, ma ad aste che danno l'idea di una moltitudine allegra di stendardi colorati.

Le food court sono delle piazze (solitamente coperte visto il sole a picco) su cui si affacciano decine di negozietti che vendono ogni sorta di cibo, dalle zuppe ai fritti (pochi), dai risi ai polli. Ci si accomoda ad un tavolino qualunque e si viene serviti dopo pochi minuti.
Ma la gente non sembra triste (sara' che e' sabato?), avventori solitari ma piu' spesso in coppia, o intere famigliole.

Qualcuno beve, ma piu' che per dimenticare credo in attesa della gara di canto tra gli uccelli che stanno in graziose gabbie di midollino.

I fruttivendoli vendono abbondanti scorte di durian. Gia' citato, questo frutto tropicale ha una particolarita': o lo odi o lo ami (tipo Aberdeen).
Ed essendo che il suo profumo (o puzza a seconda dei gusti) e' fortissimo e' assolutamente vietato portarlo sull'autobus.

Cosi' come non si puo' bere sull'autobus. Anche perche' per l'asporto ti danno solitamente una sacchettola non pienamente affidabile.

Insomma, in questa periferia ho trovato luoghi che potrebbero solo inizialmente ricordare le nostre di periferie. Ma dopo due minuti si capisce che il modo di vivere, l'atteggiamento nei confronti del luogo, dell'ambiente, dei vicini e' tutt'altro.
Tanto vale tornare in centro, non prima di aver fatto una sosta al mare, dove in una spiaggia affollata, all'interno di un palco zeppo di gitanti, correnti, pattinanti, ciclisti, dei bimbi scrivono (rigorosamente ideogrammi) sulla sabbia.

A Little India si comprano ghirlande per impetrare la grazia presso gli dei.

Altrove si palpa la panza del Budda per ottenere prosperita' e fortuna.

Per la buona sorte ci si puo' anche rivolgere a questa fontana nel bel mezzo del centro commerciale piu' moderno.

Tre giri in senso antiorario sfiorando i getti d'acqua ed esprimendo in silenzio un desiderio.

Il dubbio persiste, tuttavia. Quale sara' la contropartita considerevole per questo apparente diffuso benessere.
Le spiegazioni arrivano da chiaccherate serali sia con l'amico singaporegno sia con un ragazzo italiano che lavora (tirocinante a gratis...) per l'istituto di cultura.
La cultura del divieto.
E' vietato non solo portare i durian sugli autobus. E' vietato anche fumare in alcuni luoghi all'aperto (luoghi purtroppo non bene identificati ne' identificabili a priori). E' vietato gettare cartacce, mozziconi.
Fin qui norme che in fondo denotano buon senso.
Senonche' e' anche vietato vendere cicche, chewing gum.
E il controllo e' capillarissimo. Ma come, se in giro non si vede un poliziotto. Agenti in borghese. Decine, centinaia. Tanto che non puoi sapere se il passeggero seduto accanto a te sulla metropolitana e' un utente qualunque o un tutore della legge. Tipo: getti un mozzicone in un tombino, il tuo vicino ti fa una bella multa da 200 dollari.
Strade zeppe di telecamere.
E' vietato organizzare riunioni di piu' di 6 (sei) persone per parlare di politica.
Non si studia educazione civica, manco il minimo che si fa da noi. Quindi nessuno sa come funzionino le istituzioni locali.
Due anni di servizio militare obbligatorio. Ma i malesi vengono tenuti fuori dall'esercito. Solo cinesi (e credo gli indiani). Si teme un attacco da Malesia o Indonesia (pochi anni fa - notizia tenuta nascosta - un sommergibile fu intercettato poco lontano dalla costa). E in tal caso il rischio e' che i singaporesi di etnia malese fraternizzino per questioni di religione comune.
Volantini invitano a vigilare perche' il pericolo terrorismo e' sempre presente.
Scritte sugli autobus invitano a proteggere il conducente chiamando la polizia se qualcuno dovesse aggredirlo.
La vendita degli organi e' solo l'ultimo di tanti tasselli che fanno di questa citta'-stato una sorta di tirannide.
Tirannide alquanto illuminata, se mi si permette, per ora anche perche' i soldi ci sono; bisogna vedere che succedera' quando e se i soldi finiranno.
Talmente illuminata da costruire una meravigliosa biblioteca.

Pensate alla biblioteca di Milano e pensate agli attuali progetti, anche in vista dell'expo...
L'esplanade. Una struttura leggera e luminosa che contiene due teatri, una meravigliosa sala da concerto,


tutta una serie di sale espositive, negozi di musica (non cd, bensi' strumenti, liuteria), ristoranti e bar. Ma prevede anche spazi all'aperto, food court, passeggiate lungo il mare

ed infine un teatro all'aperto dove in continuazione vengono tenuti concerti o altri spettacoli. Stasera un gruppo rock di cover (dignitosamente bravi).

Pensate sempre a Milano, con tutto il rispetto per il teatro della bicocca e per l'auditorium sui navigli.
Il difetto e' - a quanto mi dicono - che dopo un po' di tempo e' una citta' che sta stretta. Nel senso che dovunque si possa andare sempre in citta' si rimane. Ma questo e' dovuto alla sua struttura fisiologica, un'isola, anzi un gruppo di isole separatesi negli anni Sessanta dalla federazione malese per poter ovviare alla discriminazione che l'etnia cinese subiva.
Certo che al turista il rovescio della medaglia non si mostra.
Bisognerebbe viverci veramente per cogliere qualcosa. Ed anche cosi' si resterebbe inesorabilmente esclusi. Si sarebbe solo degli expat, espatriati. Ne' cinesi, ne' malesi, ne' indiani. Solo stranieri.
k

9 commenti:

Anonimo ha detto...

si percepisce aria e visione... anche su un'isola, anche in una società controllata... perchè dal tuo racconto si respira più aria di quella di questo paese che isola non è ma è così attorcigliato, involuto sulle sue minute piccolezze? perchè non c'è aria, non c'è visione?
sai che le biblioteche grandi e luminose, spazi di incontro e di "aria" mi colpiscono sempre all'estero... e quasi mi rifiuto di pensare alle nostre assenze... alla Sormani... al non riuscire ad andare più in là della biblioteca di quartiere (che magari comunque almeno quella..)
ed è Milano... Milano... ma pare ci si accontenti di sentirsi come in un anonimo condominio...

l.

onelulu ha detto...

quindi se vai ad HK puoi benissimo giocare a "osserva i due disegni... e trova le differenze!" :-)
ma il direttore olandese?

Anonimo ha detto...

e prosita!!! inizio ad invidiarti...

Anonimo ha detto...

interessante la "flebo" portatile di durian, non l'ho provata.
Sarà per il prossimo viaggio.
Anch'io Singapore ho notato contrasti diffusi tra abitazioni-centro città.
E i panni stesi a bandiera ovunque.....

Giacomo

Anonimo ha detto...

Ogni citta\ ha i propri problemini o problemoni.
Ovunque esiste una societa multiraziale si creano differenze nel comportamento e nel modo di vivere.
Anche la citta che oggi ho iniziato a guardare con occhio inizialmente ammirato osservandola sempre meglio ha anche lei qualche problem. ciao

cus ha detto...

volevo lanciare da qui un concorsino... indovinate con quale pezzo il gruppo di cover ha chiuso il concerto. conosco qualcuno che lo potrebbe indovinare senza dubbio!

Anonimo ha detto...

il lavoro e...le regole!Dove c^e` il lavoro la gente arriva,da qualuque angolo del mondo,per realizzarsi deve incontrare gli altri mediante regole,che rispettate consentono convivenza e rispetto reciproco.Da qui senso di liberta^ che ,capita,va curata e costruita con l^istruzione per tutti,canale di fondamentale integrazione di tutti.E^la nostra storia di ieri,di oggi e....speriamo di domani(pi picciotti svegli).

Anonimo ha detto...

Hello Andrea! I have just met your lovely parents here at Sydney Observatory. I hope you are enjoying your travels in Australia and that you are reunited soon. It has been fun hearing all about your adventures! Its inspires me to be more adventurous! Grazie and bon viaggio! Rebecca... and Francesca and Ignatio

Anonimo ha detto...

tale figlio, tali parents.... ma riuscite pure a trovare un aggancio che vi scrive sul blog dal Sydney Observatory??? fantastico...
segno chiaro di una piena integrazione nell'avventura...

l.