giovedì 18 dicembre 2008

chador


gia' il titolo e' una citazione musicale e voglio proprio vedere chi la becca!
Terra di Persia. Terra aspra e brulla. Terra di mercati e donne velate. Terra di miti e leggende. Ad ogni passo si respira la storia millenaria di questo paese.
Ma tuttosommato Tabriz, la prima grande citta' dove mi sono fermato, e' un gran miscuglio di modernita' e tradizione. Ampi viali trafficati, negozi affollati di gente, luminarie da gran festa. In mezzo il bazar, che dicono essere uno dei piu' antichi in assoluto, gallerie coperte da volte immense in mattoni, caravanserragli che per la pulizia ed il rigore delle linee degli alberi e dei negozi ricordano piu' delle piazze londinesi che non dei luoghi di ricovero per sarmenti e carovane! Stamane alcuni corridoi erano stranamente silenziosi, una tranquillita' interrotta da qualche contrattazione nelle botteghe dei venditori di tappeti (messaggio neanche subliminale: scordatevi che ne possa portare qualcuno, venite voi a prenderveli!).


Nel pomeriggio, insieme ad una coppia australiana, siamo andati a Kardovan, secondo la leggenda il luogo dove sorgeva il paradiso terrestre... dico io, ma un posto un po' piu' caldo? Altro che foglia di fico, Adamo ed Eva dovevano certo scaldarsi in altro modo...
Il villaggio e' simile ai paesi della Cappadocia, case scavate in pinnacoli di roccia rosa, ma molto meno turistico, almeno in questo periodo dell'anno. Le case sono realmente abitate da uomini ed animali, in particolare galline che allegre scorrazzano per i vicoli sterrati.
Gli iraniani, ad un primo contatto, sembrano molto socievoli. Ovviamente mi scambiano per un compaesano e partono in quarta con parole incomprensibili, salvo fermarsi immediatamente al mio primo sguardo dubbioso. La lingua, questo un personale tormento: dopo 3 mesi di fatiche per imparare il turco, riuscendo a formulare qualche frasetta e intavolando addirittura discorsi politici, adesso bisogna ricominciare daccapo! Qualche parola mi puo' servire qui, dove parlano Azero, simile al turco, ma gia' tremo al pensiero del curdo e magari il beluchese o l'afghano.
Chiedo scusa per questo post disordinato ma molti sono i pensieri che si affollano nella mente kalabalik, in turco, e molte le cose che vorrei fissare per iscritto.
Un'ultima immagine dalla Turchia. Il monte Ararat e' doppiamente maestoso, come si ammira dal confine. Non ho capito quale sia la cima piu' alta, forse quella piu' lontana.
I ragazzi di una libreria, in cambio di una chiaccherata di un paio d'ore, mi hanno offerto te', torta, sigarette, caffe'. L'ammazzacaffe' purtroppo no, qui l'alcol e' per legge vietato e quindi ci si ammazza di salutarissimi beveroni alla frutta, frullati e spremute, in graziosi barettini le cui vetrine sono adorne di pomi e banane.
Nella chiaccherata si e' discusso di tutto, dalla storia della citta', ai poeti italiani, alla politica. Non mi sembra gradiscano molto l'attuale governo, verrebbe da chiedersi chi l'ha votato, ma e' la stessa domanda che fanno a noi italiani. Anche qui ci sono immagini di propaganda, non molte ad esser sinceri, questa e' proprio sulla facciata del municipio.
In compenso in giro ci sono anche immagini di questo tipo!
Nella chiaccherata si e' discusso molto anche di donne. Secondo gli iraniani l'Italia e' un paese estremamente sexy. Questo perche' via satellite prendono i programmi italiani. Si ricordano Malena, ma probabilmente molto meglio si ricordano veline e letterine.
A quest'ultimo argomento mi sono parsi altamente sensibili, se non decisamente allupati... il chador pone qualche problema relazionale.

k
p.s. Dimenticavo. Domani il tizio dell'ufficio turistico mi ha cooptato per un'intervista per un programma sulla notte piu' lunga dell'anno (il solstizio). E avendo visto il mandolino mi hanno chiesto una sonata. Malamaritate di tutta la Persia: preparatevi a piangere calde lacrime!

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Bellissimo questo tuo post dalla terra Iraniana .Papà mi ha costretto a studiare con lui ed ora so tutto su geologia ,economia,storia,....e prospettive future di questo paese;
ma ciò che mi affascina di più sono le immagini e le tue considerazioni.
Quando alla prima e-mail scrissi come titolo "viaggio con te" fu più per un fatto emotivo, per uno stato d'animo particolare del distacco, ma, col passare dei giorni, mi sono sentita anche io in viaggio con te; ho vissuto grazie alle foto ed ai commenti tuoi le tue medesime emozioni,i ricordi delle numerose ore di studio della mia giovinezza quando provavo ad immaginare questi luoghi.li ho ora assaporati
Grazie mio caro Andrea per il grande regalo che mi hai fatto.
Per quanto riguarda la donna in chador penso anche alla esigenza di ripararsi dal freddo che poteva essere attuata anche con il medesimo chador ma di colore diverso ma forse il nero è stata una esigenza fisica in quanto un corpo si dice nero se assorbe radiazioni di tutte le frequenze.(deformazione professionale).
in questo momento penso però anche al magnetismo e poichè l'uomo crea attorno a sè un campo magnetico il tuo dovrà essere molto forte visto che dovunque vai trovi amici.
Baci,baci. M

Anonimo ha detto...

... che emozione particolare mi hanno trasmesso questi primi passi in terra di persia... forse perchè suonano da un mondo inesplorato.. forse perchè ci si abitua così tanto a cambiare frontiere che per tornare a sentire il viaggio occorre un orizzonte così diverso...

la notte è appena secsa su Milano e le corse al panetun...

l.

cus ha detto...

il chador dovrebbe servire, piu' che per attirare i raggi del sole, a respingere gli sguardi maschili... ma non credo funzioni molto. Quel che e' certo e' che stimola la fantasia! Dovreste sentire che cosa non si immaginano!

Anonimo ha detto...

ciao tesoro bello!!!
ma che mondo meraviglioso ci circonda senza che noi nemmeno lo sappiamo...
i tuoi racconti risuonano come fiabe...
un bacio grande
ari