sabato 7 febbraio 2009

mari


Dopo il post dedicato alle terre non poteva mancarne uno dedicato al mare. Non troppo blu, a dire il vero. A causa del fondo sabbioso il colore e' un non proprio eccitante marroncino.
Inoltre nel porto di Bandar Abbas, dove mi trovo, aleggia un profumo decisamente poco piacevole, tipo bruodo re purpe. Tutti se ne lamentano, qualcuno parla della nuova amministrazione Obama in America... Scherzi a parte, il luogo e' veramente gradevole. Una media cittadina vivace e piena di sole. Difatti ho ritirato fuori i sandali di ordinanza.
Sono ormai agli sgoccioli della mia tappa persiana, sarei dovuto partire stasera ma a causa di informazioni errate ho perso la nave. Diciamo che chi ha fatto il sito della compagnia di navigazione non sapeva bene la differenza tra AM e PM... Ma, come si dice da queste parti, masallehi nist, boro'! non c'e' problema, vai! Domani mi sposto di qualche chilometro per prendere un'altra nave. Per dove? Dubai, la citta' avveniristica degli Emirati Arabi. Pare che sia una selva di grattacieli scintillanti, tutto l'opposto di cio' che ho ammirato in questi giorni.
Non c'e' infatti solo Bandar. La zona pullula di luoghi affascinanti ed intriganti. Per le storie che raccontano queste acque, queste pietre, queste campagne aride, dove un piccolo manto erboso e' una festa (giuro ho visto famigliole farsi le foto ricordo!). Dove le mangrovie crescono nell'acqua salmastra, le barche dei pescatori riposano in attesa di partire per il mare aperto pescoso.
Terra di trafficanti e contrabbandieri (incontro con uno di questi personaggi: dopo avermi offerto il canonico chay mi ha invitato ad andare con lui a Dubai... barca piccola ma motore potente, la polizia non mi sta dietro... ho pensato che non fosse opportuno...)
Bambini che guidano la moto, mezzo di trasporto per eccellenza sulle isole del golfo, tutti ce ne hanno una, io ne ho provate alcune facendo autostop

Picnic nella campagna assolata
Donne velate che si godono la brezza marina
Hormoz, la mitica citta' crocevia di strade, rotte marittime tra oriente ed occidente. A dir la verita' l'antico centro era sulla terraferma ma dopo le incursioni mongole fu rimpiazzato da una nuova citta' sull'omonima isola. Anche oggi il villaggio e' dominato dai ruderi dell'imponente fortezza portoghese.
Qeshm, altra isola del golfo persico. Piccoli villaggi dove lo straniero viene immediatamente notato; fingono indifferenza, ma ti passano e spassano accanto in moto un paio di volte squadrandoti da capo a piedi; alla fine scatta un bel salam e si apre il sorriso.
Infine il burqa. Che in queste zone non e' il completo capo piedi come in Afganistan. E' una mascherina di varie fogge, dal modello tipo Darth Vader fino ad arrivare a modelli rosso, oro e paillette.
Ecco qui. Terre ben differenti da quelle visitate sinora. Ma accomunate da un grande senso dell'accoglienza che si percepisce in tutta la gente. Dal venditore di qalyan di Isfahan allo spacciatore di whisky e carte da gioco che ti sussurra nell'orecchio la sua merce mentre passeggi lungo il porto di Bandar o nel bazar di Sanandaj, dal mercante di tappeti di Tabriz al pittore di Tehran. Accoglienza verso il diverso. Vuoi per curiosita' naturale, vuoi per la sete di conoscere che cosa c'e' al di la' dei confini (quasi tutti i giovani vorrebbero viaggiare ma si scontrano con il blocco dovuto al servizio militare - niente passaporto prima di averlo svolto - e con i costi decisamente proibitivi per la moneta locale). Certo il diverso e' sempre l'occidentale, turista o lavoratore, non so come si comportino ad esempio coi profughi afgani. Magari tentano di spillarti qualche soldo (specie i tassinari) con la scusa che sei "ricco". Ma nella grande citta' o nel piccolo villaggio su un'isola o nel deserto si respira questa aria di dialogo. Il fatto che la vita nel bene o nel male non e' un fatto esclusivamente privato, ma qualcosa che appartiene alla comunita', al mondo. Si puo' non essere d'accordo ma e' cosi'.
I taxi ad esempio - non credo di averne mai parlato - sono la maggior parte delle volte "collettivi". Nel senso che effettuano un certo percorso lungo il quale, come piccoli autobus, raccolgono piu' persone, permettendo anche di abbattere i costi del servizio. Ed in quelle piccole auto affollate (fino a 6 passeggeri) i corpi a contatto, i sorrisi, le domande (kojai', da dove vieni).
I bazar carichi di merce da contrattare. Le banche dove non esiste privacy, spesso un grande bancone dove la gente si affolla cercando di catturare l'attenzione di un impiegato. Le chaykhune', le case da te' dove tutti gli avventori sono allineati lungo il muro, i qualyan appoggiati su grandi tavolate. I venditori di formaggio e miele, dove fare colazione seduti al tavolo con perfetti sconosciuti. I coffee net, i mosaferkhune', gli alberghetti con dormitorio anche sul tetto. Gli imamzadeh dove e' possibile trascorrere la notte se non si trova accoglienza negli ostelli. Anche nei pressi dei posti di polizia, per terra su un marciapiede ma protetti da un guardiano notturno.
Basta, troppe le emozioni ed i ricordi di questi quasi due mesi in terra di Persia. Devo ancora elaborarli per bene, ci vorra' tempo. Ma nel frattempo quest'ultimo pensiero.
L'Iran non e' quello che viene spacciato dalla propaganda (unico possibile termine per quello che si legge sui nostri principali quotidiani). Certo la situazione politica e sociale non e' delle migliori. Ma gli iraniani non sono solo Ahmadinejad o Khomeini o i mullah.
Trovo solo un'espressione per definirli come sono, espressione semplice, forse banale e poco elegante ma vera: sono bella gente.
Verso nuovi lidi
k

6 commenti:

Anonimo ha detto...

bene, il mare mi ha sempre affascinato.
Ormai sembra quasi una tradizione legata al CASO FORTUITO, ma son sempre io ad aprire le porte dei commenti ai tuoi post.

Una domanda: le motorette sino a quanti posti sono omologate? Quasi quasi le proponiamo anche qui in Italia come mezzo pubblico!
ciao

Giacomo

Anonimo ha detto...

grazie per averci fatto conoscere questa bella gente...

e ora, occhio vigile, zaino in spalla, esperienze nel cuore... il cammino riprende... e sarà un mondo molto diverso...

l.

Anonimo ha detto...

incontri tra persone,nei posti più disparati del paese iraniano,vissuti con l'apertura della gente semplice:da qui la tua "sintesi" di tratto comune (l' accoglienza).Ora ok verso nuovi lidi di "conoscenza".

Michele ha detto...

Come nel film "Zelig" mi sa che il tuo corpo si è trasformato: guardandoti in moto (http://1.bp.blogspot.com/_F6HpCLLmEps/SY3t_CA1DLI/AAAAAAAAAsI/1FYr-wdtDsw/s1600-h/CIMG7074.JPG) le differenze con il tipo baffuto dai capelli lunghi sembrano ormai poche... Direi che la vita da turista inserito nella realtà locale è ormai ad uno stadio avanzato... Hai mai pensato di farlo come lavoro? Agenzia viaggi "Una vacanza bestiale" (http://it.wikipedia.org/wiki/Una_vacanza_bestiale). GRANDE ANDRE!!! Facci ancora viaggiare con te!!

Anonimo ha detto...

TEHERAN BLUES(foto di bella ragazza ,con chador e max-pistola in pugno,sulla copertina della rivista n.781 INTERNAZIONALE):La crisi economica,il rapporto con gli Stati Uniti,il ruolo in Medio Oriente.A trentanni dalla rivoluzione islamica,l'Iran è ancora sospeso tra teocrazia e democrazia.
Da leggere per riflessioni..."attive"

Anonimo ha detto...

Nella città degli eccessi la seconda edizione di una mostra con capolavori antichi e design vintage tutto questo a Doha "MIA"(museo di arte islamica).Penso sia da vedere.Baci