sabato 31 gennaio 2009

terre


Riprendono le comunicazioni dopo qualche tempo. Internet non sempre disponibile, tempo non sempre disponibile. E nel frattempo si accumulano gli incontri, gli sguardi, i luoghi. Sono in questo momento a Bam. Che Marco Polo (bravo fratello che hai indovinato... ma era troppo facile, quindi non hai vinto niente!) descrisse in questo modo:
Pein è una piccola provincia ch'è lunga 5 giornate tra levante e greco. E' sono al Grande Kane e adorano
Maccomet. E v'à castella e città assai, e la piú nobile è Pein. Egli ànno abondanza di tutte cose e vivoro di mercatantie e d'arti. E ànno cotal costume, che quando alcuono uomo ch'à moglie si parte di sua terra per stare 20 die, com'egli è partito, la moglie puote prendere altro marito, per l'usanza che v'è; e l'uomo, ove vae, puote prendere altra moglie.

Al di la' di ogni rivendicazione femminista, la cittadella doveva essere veramente da sogno. Questo e' cio' che oggi ne rimane.

Circa 5 anni fa uno spaventoso terremoto ha distrutto praticamente tutto. Ma la vita continua e cio' che era una delle immagini piu' significative non solo della citta' ma addirittura di tutta la Persia viene lentamente ricostruito.

Piu' di duecento operai e venti tecnici lavorano a pieno ritmo (beh... sempre un ritmo orientale) per impastare fango, paglia e corteccia di palma, formare i mattoni e quindi, seguendo le centinaia di disegni e rilievi fatti negli anni passati, ridare "vita" ad un luogo totalmente annullato.
Nel frattempo altre citta' si sono offerte come "la nuova cittadella", cercando di sciacallare i turisti che ovviamente non accorrono piu' come un tempo. Tra queste Rayen, paesino incantevolmente adagiato ai piedi di imponenti montagne innevate.

La cittadella e' abbastanza ben conservata ed e' un piacere essere l'unico turista ad aggirarsi scalando muriccioli e muraglioni, scale nascoste che conducono ai camminamenti da cui osservare il bel panorama. Tuttavia anche questo luogo, sara' per la solitudine, il silenzio spettrale, ispira ben poca vita.
Rilancio quindi una annosa questione, ho provato a porla ad uno degli architetti, ma il suo stentato inglese non ha permesso di approfondire a dovere. Visto che la citta' e' stata quasi totalmente distrutta, ogni intervento ricostruttivo ricostruira' un falso storico. Consapevoli di questo fatto essenziale non sarebbe opportuno proporre una ricostruzione piu' "moderna"? Mi spiego meglio: la, le cittadelle furono abbandonate dagli abitanti qualche anno fa perche' non rispondenti alle esigenze contemporanee, servizi igienici, elettricita'. Perche' allora non attrezzare questa nuova - antica citta' per permettere l'insediamento di persone, negozi, strutture ricettive? Il tutto utilizzando, almeno ai fini estetici, le tecniche tradizionali.
Personalmente sono sempre stato contrario a questo modo di agire, ma in questo caso?
Di cittadelle e' pieno il paese, questa e' Kharanaq, vicino Yazd, dove ho passato un paio di giorni, inclusa una notte nel deserto intorno ad un bel fuoco.

Anche qui il ministero delle antichita' sta cercando di riportare la vita in collaborazione con alcuni alberghi della zona.

Ma non ci sono solo luoghi di solitudine mortifera. Nella deliziosa citta' di Kerman ho trascorso una settimana, sia per riprendermi dalle passate fatiche sia per la bella compagnia.
Questi che vedete non sono la banda della magliana persiana ma un gruppo di ragazzi che ha ospitato me ed un ragazzo polacco per qualche giorno, portandoci in giro per la citta' e i dintorni.

Un'interessante ghiacciaia adibita oggi ad ufficio del turismo.

Il giardino del principe, a Mahan.
Creman è uno regno di Persia che solea avere signore per eredità, ma poscia che li Tartari lo presero, vi
màndaro signore cui loro piace. E quivi nasce le prietre che si chiamano turchies[ch]e in grande quantità, che si cavano de le montagne; e ànno [vene] d'acciaio e d'andan(i)co assai. Lavorano bene tutte cose da cavalieri, freni, selle e tutte arme e arnesi. Le loro donne lavorano tutte cose a seta e ad oro, a ucelli e a bestie nobilemente, e lavorano di cortine e d'altre cose molto riccamente, e coltre e guanciali e tutte cose. Ne le montagne di questa contrada nasce li migliori falconi e li piú volanti del mondo, e sono meno che falconi pelegrini: niuno uccello no li campa dinanzi.
Quando l'uomo si parte di Creman, cavalca 7 giornate tuttavia per castela e per cittade con grande solazzo; e quivi àe uccellagioni di tutti uccelli.


Ultimo cenno ad un luogo particolare, alla periferia di Yazd. Le torri del silenzio. Qui fino a quarant'anni fa i seguaci di Zoroastro esponevano i loro morti. Credendo fermamente nella purezza dei quattro elementi non seppellivano i cadaveri per non inquinare la terra, ne' li bruciavano, per non inquinare l'aria. Semplicemente li esponevano in queste torri solitarie appollaiate in cima alle colline, aspettando che gli avvoltoi facessero pulizia. Un sacerdote osservava quale fosse il primo occhio asportato. Il destro portava fortuna, il sinistro ahi ahi ahi.

Un saluto da una donna locale avvolta nel tipico chador dei paesi di campagna.

k

9 commenti:

Anonimo ha detto...

ancora una volta PRIMO!
VINCO QUALCOSA?

uhm... le donne persiane non sono molto belle, un po' troppo barbute!

Giacomo

Anonimo ha detto...

donna barbuta sempre piaciuta (per una mamma!).Baci

Anonimo ha detto...

ma sei andato in ritiro con la squadra di calcetto iraniana?? katia

Anonimo ha detto...

caro andrea

in un altro luogo molto noto e molto frequentato esistono ancora le torri del silenzio per i riti funebri zoroastriani...
Mumbay... quasi in pieno centro...
le torri dei Parsi...
pare che si svolgano ancora questi riti.. nessuno può accedere, se non i pochi "addetti" al rito.. quindi, chissà che non sia leggenda... è certo però che gli avvoltoi volteggiano... ne ho visti molti... e così ho chiesto perchè fossero concentrati proprio in quel punto all'orizzonte..
a pochi chilometri dal centro finanziario, a pochi passi dagli slums più miserevoli... zoroastro vive nel centro del nuovo mondo...
l.

Anonimo ha detto...

Andrea le città sono fatte da uomini, non da pietre. Senza di loro si hanno solo città fantasma o siti per turisti (vedi Gibellina vecchia). Quindi quoto il tuo pensiero. Non ha senso ricostruire una città se questa risulta invivibile agli uomini del proprio tempo. E' sicuramente un problema anche qui da noi dove molti borghi antichi sono abbandonati perchè non più adatti alle nuove esigenze della vita moderna. Che fare quindi? Andare avanti. Chi non si adatta rimane tagliato fuori. Selezione naturale. Resta solo qualche sognatore in cerca di aria fresca, dell'isola che non c'è. Riassumendo: una bella spianata di asfalto con annesso centro commerciale a loro magari sarebbe gradita ;) a hahah ah
Giuseppe

Anonimo ha detto...

Lo sapevo, Giuseppe è il mio faro.
Altro che seconda stella a destra!
Sottoscrivo e con lo stesso tono fraterno ti dico, caro Andrea, le città sono fatte da uomini, non da pietre. La vita insegna sempre qualcosa, di recente ho imparato che: se la canna è troppo vecchia non ci puoi montare una turbo, non tira.

Anonimo ha detto...

MADEexpo09,inFiera,4-7\02(Milano-Architettura-Design-Edilizia)presenta un seminario internazionale di ricerca sul tuo tema:CITYFUTURE(architettura,design,tecnologia per il futuro della città);inoltre l'esperienze di ricostruzioni zone terremotate(Messina,Gibellina,Gemona,Campagna,ecct.)

Anonimo ha detto...

Approfondimenti su "terre iraniane":dal corriere della sera 04\02\09 a)in orbita satellite iraniano b)perchè Ahmadinejad vuole le scuse dell'America.Bisogna leggere la "Storia dell'Iran 1890-2008" di Farian Sabahi,editore Bruno Mondadori.

Unknown ha detto...

Ciao Andrea, come stai? in che posti fantastici sei....sono molto gelosa...vedo che con il tuo fascino Italiano e il charm stai facendo conquiste ovunque vai... la tipona persiana e' uno spettacolo ma .. attento ai baffi...
Un abbraccio Carla (di Istanbul -al momento in Italia)