domenica 11 gennaio 2009

persiani

Dopo una settimana di silenzio causa problemi tecnici rieccomi qui.
Una settimana densa di eventi, incontri, sorprese, suoni, colori e gesti. Non si puo' riassumere in poche righe l'emozione di fronte sia alla potenza della storia sia alla generosita' di un popolo ospitale e sensibile. Provero' a raccontare qualcosa conscio di poter a malapena riuscire a suggerire quello che ho sentito io.

Luoghi
Susa.
L'antica capitale del regno degli Achemenidi, che sfidarono Babilonesi, Ittiti ed Assiri. Una serie di ondulazioni del terreno, sotto cui chissa' cosa ci sara' ancora, e' tutto quello che rimane. I francesi hanno pensato bene di portarsi via praticamente tutto lasciando in cambio un delizioso e pittoresco castello che, come d'uso dei francesi, e' falso come Giuda, nel senso che sembra medievale ma risale all'Ottocento. Il silenzio regna su questa distesa praticamente deserta. E' gia' Mesopotamia e paciosi corsi d'acqua solcano profondamente la pianura. Lungo il loro corso distese di palme, canne da zucchero e vegetazione ancora verde. Altrove la terra e' bruciata dal sole.

Choqa Zanbil.

Signore e signori. Il mito dei libri di storia. Primo dubbio, come pronunciare quel nome: Ziqqurat. Che cosa saranno quelle due Q? Secondo dubbio, ma esisteranno veramente. Esistono. Imponenti in mezzo alla pianura. Si puo' solo tacere davanti ad esse.
Shushtar.

Antica citta' posta nel punto in cui le colline cedono il posto alla pianura a guardia degli antichi sistemi di irrigazione. Il piu' ingegnoso e' una diga costruita dai romani. L'acqua viene convogliata attraverso canali sotterranei fino a dare vita ad una serie di cascate artificiali che un tempo attivavano mulini e macine.
Shiraz.

Il cuore della cultura persiana. Nel medioevo rivaleggiava con Bagdad in bellezza e ricchezza dei palazzi e dei giardini. Il profumo degli aranci ancora oggi invade i vicoli stretti e tortuosi intorno ai numerosi bazar. Improvvisamente si aprono immensi i cortili delle moschee, con porticati dove sedersi a godere il sole (o l'ombra in estate) e fontane dove i fedeli compiono le rituali abluzioni prima della preghiera. O dietro ad alti muri di mattoni gialli si stendono aranceti e roseti che conducono a sontuosi palazzi decorati con giochi di specchi, affreschi ed intarsi.
Persepoli.

Il palazzo imperiale di Dario e Serse e' oggi una grande distesa di rovine ai piedi di una dura e spoglia montagna. Una immensa scalinata conduce all'alta piattaforma su cui sorgono gli edifici. La porta di tutte le nazioni, protetta da leoni alati e dalla testa umana. Il tesoro di Dario. L'harem di Serse. Il palazzo dalle cento colonne, dove le delegazioni dei popoli sottomessi ai persiani venivano accolte per offrire i doni all'imperatore. Siamo ben lontani dall'eleganza greca. Qui tutto parla di potenza e forza.
Ogni muro e' decorato con bassorilievi che rappresentano le genti di tutto l'impero in corteo per portare il loro omaggio. Gli immortali, la guardia speciale del sovrano. Medi dal tondo cappello di feltro. Arabi con lunghe tuniche e veli. Cammelli, montoni, leoni, gazzelle, cavalli e grifoni.
A poca distanza, sulla parete della montagna si aprono le tombe di Dario, Serse ed altri imperatori. Inaccessibili, scavate nella roccia. In un bassorilievo si vede addirittura un soldato romano inginocchiato in segno di sottomissione.

Persone
Come si fa ad entrare in contatto con gli iraniani. Niente. Basta aspettare. Appena si accorgono che sei straniero ti sommergono di domande anche se non parli persiano, cercano di comunicare. Ti invitano a casa per un te' che diventa una cena, ospitalita' per la notte.

Se poi giri con un russo alto, biondo e con gli occhi azzurri, e' matematico.
Serata in una comunita' araba in un piccolo villaggio di pastori vicino Shushtar.
Famiglia di Shiraz
I flagellanti.
Giovani, vecchi e bambini. La cerimonia e' realmente toccante. Cortei sfilano per le strade del paese (qui siamo a Dezful) accompagnati dal suono dei tamburi, dallo sferzare delle catene e dalla voce straziante del cantore. A volte i giovani effettuano una specie di danza, diversa ancora da quella che ho gia' raccontato, battendosi il petto. Il vibrare dei toraci e dei tamburi prende lo stomaco, e' impossibile non commuoversi. Oltretutto gran parte della gente piange realmente ascoltando il racconto del martirio di Hossein. Per chi pensa sia fanatismo religioso consiglio di ascoltare Tre madri di De Andre' (rendetegli omaggio nel decimo anniversario!!)
Altrove si rappresenta la battaglia di Kerbala, tende, mani mozze e guerrieri che si sfidano a colpi di bastone ballando al suono della zurna.
Questo e' quanto, per ora.
Un abbraccio persiano al profumo d'arancio.
k

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Questa sera omaggio a Fabrizio De Andrè su Rai 3. Alle 23.00 ora italiana più di 150 Radio aderiscono all'omaggio e trasmetterano la stessa canzone:
Amore che viene, amore che va

Anonimo ha detto...

AMORE CHE VIENE AMORE CHE VAI

Anonimo ha detto...

I flagellanti di cui parli sono più che retaggio persiano, arabo. Anche giù in sicilia, dominata per lungo tempo dagli arabi, vi sono questo tipo di manifestazioni:la vara di messina è trasportata con grosse gomene a piedi scalzi, qualunque sia il terreno e quindi con fatica enorme, con urla di "viva Maria", con pianti e con gente che talvolta sviene. Ricordo che quella operazione viene fatta di corsa .
In altri paesi dell'entroterra la pratica dei flagellanti è comune durante il periodo della pasqua.
Per quanto riguarda poi l'ospitalità ,forse ora è cambiata ma ,prima ,era molto diffusa.Si è ora molto sospettosi. Al nord le cose cambiano completamentee, ricordando una frase latina direi: "Homo homini lupus" .

cus ha detto...

w il satellite!
coraggioso tiziano ferro. splendido battiato. ovviamente divino piovani. da dimenticare dalla e jovanotti

Anonimo ha detto...

A Yazd non dimenticare di fare foto particolari alle torri del vento.Se trovi qualche librettino acquistalo.baci

Anonimo ha detto...

Bel reportage. Complimenti. Non sapevo di tutte queste bellezze artistiche e folkloristiche.

Giacomo